C’è chi canta ‘Bella Ciao’ e chi grida ‘No Tele-Meloni’ al presidio per la libertà di stampa in viale Mazzini a Roma, sotto la sede della Rai. Erano presenti almeno duecento persone assieme alla segretaria del Pd Elly Schlein, nel corso della manifestazione si sono registrati attimi di tensione.

Tensioni al presidio per libertà di stampa sotto la sede della Rai

No Tele-Meloni” questo è il coro intonato dai manifestanti nella serata di oggi sotto la sede della Rai. Presenti anche molti parlamentari del Pd e rappresentanti di partiti del centrosinistra. Tra tutti c’era Ely Schlein. La segretaria dem è stata tra gli organizzatori principali del presidio di oggi ed ha invitato a battersi per il servizio pubblico e la libertà di stampa: “Basta con Tele Meloni e con un servizio pubblico svilito a cassa di risonanza di questo governo“. Grande assente di oggi è Giuseppe Conte, presidente del M5s.

Momenti di tensione quando il giornalista Francesco Amodeo si è presentato in via Mazzini con un megafono dicendo che la Rai “ieri era Rete-Dem”. Assieme al giornalista era presente anche Marco Rizzo, fondatore di Democrazia Sovrana Popolare. I presenti hanno intimato a entrambi di “tornare da Alemanno“.

Le accuse: “Rai usata per fare apologia del fascismo”

L’accusa principale mossa dalla segretaria dem all’amministrazione di centrodestra è quella di aver usato la Rai per fare apologia del fascismo. Gli esempi principali sono quelli delle commemorazioni di Gioventù Nazionale al Verano o l’attacco al ‘metodo Report’ sull’inchiesta che riguardava La Russa. Altro evento citato da Schlein è Atreju, dove Paolo Corsini ha introdotto il discorso dicendo ‘Noi di Fratelli d’Italia‘.

Marco Rizzo (Dsp): “Il Pd fa le stesse cose di Meloni”

Dopo la contestazione Marco Rizzo è stato raggiunto da alcuni giornalisti presenti. L’ex Rifondazione Comunista ha tacciato il Partito Democratico di incoerenza: “Un teatrino, destra e sinistra sono facce della stessa medaglia” dice “qui si manifesta per le poltrone…agli italiani interessa informazione e pluralismo“. Non manca un riferimento poi alla guerra in Ucraina e al Forum di Davos: “Non vorrei passare per un negazionista o per un putiniano…” dice Rizzo.