Diciotto anni di gloriosa carriera in Brasile, prima di trasferirsi dall’altra parte del mondo. L’Italia chiama, Julio Sergio risponde. Arriva in Serie A nel 2006 quando accetta il corteggiamento della Roma, club con cui resta fino al 2011 e poi ancora nella stagione 2012/13. Portiere esperto ed affidabile, uomo di grande esperienza. Julio arriva in punta di piedi e accetta ogni decisione del mister, senza mai lasciarsi scappare una parola fuori posto, anche se nei primi tre anni non scende mai in campo. Poi, nel 2009, Spalletti lo chiama in causa contro la Juventus e lui si fa trovare pronto. Per commentare il momento della Roma e l’impatto di De Rossi, Julio Sergio è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Roma, De Rossi convince: Julio Sergio Bertagnoli a Tag24

La Roma vince e convince. Dall’arrivo di De Rossi sulla panchina giallorossa qualcosa è cambiato, ma nella prossima sfida di campionato arriverà la prova del nove. Battere in sequenza Verona, Salernitana e Cagliari non era certo scontato, ma sulla carta i capitolini partivano ovviamente con i favori del pronostico. Diverso sarà invece nel big match di sabato, con fischio di inizio alle ore 18.00, quando allo stadio Olimpico arriverà la squadra più forte d’Italia: l’Inter di Simone Inzaghi. Intanto i nove punti fatti sono una boccata d’ossiggeno per l’ambiente e per la classifica. Grazie alle tre vittorie consecuitve infatti, i giallorossi si sono rilanciati alla grande per la corsa Champions e l’entusiasmo è tangibile. Per commentare il momento della Roma e l’impatto di De Rossi, Julio Sergio, ex portiere che con Daniele ha condiviso molte stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Tre vittorie su tre partite per la Roma di De Rossi. Ti sorprende il cambiamento dei giallorossi?

“Penso che quando arriva un esonero le cose devono cambiare per forza. Ora alla Roma si respira un’aria completamente diversa e l’ambiente è più sereno. Ovviamente i giocatori che con Mourinho avevano trovato poco spazio adesso danno il massimo perchè vogliono dimostrare qualcosa e quelli che invece hanno sempre giocato non vogliono perdere il posto. La squadra, cone l’esonero di Mourinho, non ha più avuto alibi. Non era certamente lui il problema, ma la Roma non girava. Non sono sorpreso però. Daniele ha trovato un modo di giocare più semplice. E’ stato molto intelligente e ha inserito delle variazioni interessanti. la risposta è stata positiva dal primo momento. Piano piano poi svilupperà la squadra rispetto a quelle che sono le sue idee”.

Hai vissuto tanti anni con Daniele De Rossi alla Roma. Secondo molti dei suoi ex compagni era già un allenatore anche in campo, sei d’accordo? Ce l’ha nel sangue questa carriera?

“Molto dipende dal ruolo che faceva in campo. Daniele coordinava tutto il centrocampo e aveva una capacità incredibile, che pochi anni, di inserirsi in mezzo tra i difensori per fare le coperture. Una qualità tecnica impressionante, un regista mostruoso. Questo gli ha dato una visione del calcio che oggi sta sfruttando da allenatore. Deve solo trasmettere le sue competenze alla squadra. Non mi sorprende vederlo lì, è sempre stato un leader dello spogliatoio. Ha giocato nella sua squadra del cuore e ora la allena. Uomo di grande personalità, con una bellissima strada davanti”.

Per essere confermato alla Roma deve arrivare tra il quarto e il quinto posto? Questa squadra è da Champions?

“L’obiettivo della Roma doveva essere sin dall’inizio quello di tornare in Champions. Chi ha pensato che questa squadra potesse arrivare più in alto si sbagliava. L’inizio è stato positivo, ma ora tutti devono dimostrare a che livello sono. Non so cosa succederà da qui alla fine dell’anno, ma avere Daniele come allenatore può essere da stimolo per tutti. Lui non è solo la storia della Roma, ma anche un campione del mondo, uno che ha fatto benissimo. Le sue scelte parlano per lui. Dobbiamo aspettare le prossime gare, saranno determinanti. Ha preso una squadra in corsa e si è presentato al meglio. Il vero De Rossi però lo vedremo quando avrà la possibilità di lavorare sin dal ritiro. Gli auguro di poter fare tanti anni sulla panchina giallorossa”.

Nella prossima sfida si alza il livello di difficoltà perchè la Roma affronterà l’Inter. E’ la prova del nove per capire se i giallorossi sono davvero rinati?

“Ricordatevi sempre che quando parliamo di calcio ad alitissimo livello, i big match sono le partite per cui vale la pena giocare. Tutti vogliono scendere in campo nei derby, in Champions League, contro le grandi suqadre e la prima in classifica. Queste sono le opportunità che tutti cercano. Sanno bene quanto sarà importante, sia dal punto di vista mentale che fisico. Mi aspetto che possano affrontare benissimo la partita, fare una grande prestazione. Poi è chiaro che nel calcio può succedere di tutto, basta un episodio per cambiare una gara. Il giudizio non dovrà essere solo sul risultato, ma sul lavoro e sull’atteggiamento. Vincere o perdere ci puà stare, ma quel che conta è la prestazione”.