“Polemiche pretestuose” così il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani bolla le critiche contro l’operato del governo sul caso Ilaria Salis. Il segretario di Forza Italia ha voluto poi ribadire che nessun italiano all’estero nelle stesse condizioni della 39enne sarà lasciato solo ed ha citato i casi di Alessia Piperno e Patrick Zaki.
Tajani sulle polemiche contro il governo sul caso Salis
Il governo sta lavorando per garantire condizioni umane a Ilaria Salis e non solo. “Nessuno dei 2405 italiani detenuti all’estero viene lasciato da solo” ribadisce il ministro degli Esteri Tajani “liberare un detenuto non è compito nostro, non ho questo potere“. Il vicepremier risponde così alle critiche da parte dell’opposizione sulla gestione del caso Salis.
“Abbiamo parlato con il premier, con il ministro degli Esteri ungherese…abbiamo criticato i modi ma l’Italia non può dire ‘tiratela fuori dal carcere’” dice Tajani che poi cita il caso dei marò del 2012, argomento affrontato nella giornata di ieri anche da Matteo Renzi nel corso della presentazione del suo libro a Napoli.
La questione ‘arresti domiciliari’
“Non posso certo chiedere ai magistrati di dare a Salis gli arresti domiciliari” continua il ministro degli Esteri. Il vicepremier ha incontrato anche il padre della 39enne negli scorsi giorni: “Noi abbiamo convocato l’ambasciatore di Ungheria in Italia per protestare. Abbiamo mandato il nostro ambasciatore di Budapest…capisco un padre. E’ giusto che sia preoccupato” dice Tajani.
“Ricordo che questo governo ha riportato in Italia Alessia Piperno che era nei carceri dei pasdaran, questo governo ha permesso ha permesso a Zaki di tornare in Italia: ogni polemica contro l’esecutivo è pretestuosa” ribadisce Tajani che insiste sul fatto che il diritto comunitario va rispettato e che le polemiche non aiutano nella soluzione del caso Salis. La palla passa alla giustizia ungherese, non resta che attendere.