Quando è morta Liliana Resinovich e come? Si è suicidata o è stata uccisa? Sono solo alcuni degli interrogativi che ancora ruotano attorno al suo caso, rinominato da molti “il giallo di Trieste”. Interrogativi a cui si cercherà di rispondere attraverso la riesumazione del suo cadavere, fissata per il prossimo 14 febbraio.
Quando e come è morta Liliana Resinovich? Le ipotesi al vaglio degli inquirenti
Liliana Resinovich scomparve nel nulla dopo essere uscita dall’abitazione in cui viveva insieme al marito Sebastiano Visintin, a Trieste, la mattina del 14 dicembre 2021. Fu trovata morta quasi un mese dopo, il 5 gennaio 2022, nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a poca distanza dal luogo in cui delle telecamere di videosorveglianza l’avevano immortalata per l’ultima volta.
Il suo corpo giaceva a terra, avvolto in due grandi sacchi neri per l’immondizia, con la testa in due sacchetti più piccoli. Chi intervenne pensò subito a un caso di suicidio e non si preoccupò di mettere in pratica tutti gli accorgimenti che invece sarebbero serviti ad evitare di inquinare la scena.
Lo ha messo in luce un video diffuso di recente dalla trasmissione Chi l’ha visto, in cui si vede chiaramente che i presenti, senza tute protettive, cuffie o calzari, non solo spostarono il cadavere, ma – nella fretta del riconoscimento – tagliarano anche il cordino di un sacchetto che lo avvolgeva, contaminandolo.
Proprio su quel cordino, infatti, la scientifica avrebbe potuto isolare delle tracce, elementi utili a capire se la donna si fosse suicidata – morendo per asfissia, come ha messo in luce l’autopsia – oppure fosse stata uccisa e poi inserita all’interno dei sacchi.
La riesumazione del cadavere per una nuova autopsia
Gli accertamenti effettuati finora non hanno permesso di escludere con certezza né l’ipotesi del suicidio – avanzata dalla Procura e respinta con convinzione dai familiari della vittima, che negli scorsi mesi si sono opposti alla richiesta di archiviazione del caso – né quella dell’omicidio.
Così come non hanno permesso di accertare la data del decesso. Non si sa cioè se la donna sia morta a ridosso della sua scomparsa – e in quel caso bisognerebbe spiegare perché il suo corpo non fosse in stato di decomposizione, quando è stato trovato (una delle idee è che sia stato conservato in un luogo freddo e portato lì in un secondo momento) – oppure poco prima del ritrovamento, dopo essersi nascosta per 22 giorni o essere stata sequestrata da qualcuno.
Per questo il gip ha deciso di disporre nuovi esami. L’incarico di una nuova perizia è stato affidato a un pool di esperti guidato all’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che alla fine ha segnalato come “opportuna” la riesumazione del corpo della 63enne, fissata per il prossimo 14 febbraio. Si tratta di un passo decisivo, da cui ci aspettano delle risposte.
I sospetti di Sergio Resinovich
Intercettato dai microfoni dei giornalisti di Quarto Grado, di recente Sergio Resinovich, fratello di Liliana, è tornato intanto ad esprimere pubblicamente i suoi sospetti sul marito Visintin, chiedendogli di “dire la verità”. Anche l’avvocato che lo assiste, Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelope, ha più volte riferito che l’uomo potrebbe essere coinvolto nella vicenda.
Così come potrebbe esserlo Claudio Sterpin, l’amico-amante della pensionata che, come il primo, nel corso di questi anni si sarebbe più volte contraddetto. “La verità di questa vicenda passa attraverso lo studio dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle dichiarazioni di queste due persone, che in alcuni casi hanno lasciato un po’ perplessi”.
“Lilly non è stata attaccata, se si tratta di un fatto omicidiario, da soggetti fuori dalla sua sfera di relazione”, aveva spiegato il legale nel corso di una puntata di “Crimini e Criminologia” andata in onda su Cusano Italia Tv. Sono in tanti a pensarla come lui.