Il mondo del ciclismo italiano è in lutto: all’età di 87 anni è scomparso Luigi Arienti, che vinse la medaglia d’Oro nel 1960. Il ciclista di Desio è entrato di diritto nella storia del ciclismo italiano grazie alla vittoria conquistata nelle Olimpiadi di Roma nell’inseguimento a squadra con Marino VignaFranco Testa e Mario Vallotto. Luigi Arienti ha dedicato l’intera vita al mondo del ciclismo, dedicandosi sia al ciclismo su strada che a quello su pista.

Luigi Arienti scomparso a 87 anni

Nella notte tra martedì 6 e mercoledì 7 febbraio, Luigi Arienti è morto all’età di 87 anni. L’ex ciclista ha scritto la storia dello sport italiano. Nell’inseguimento a squadre su pista, nei Giochi Olimpici di Roma del 1960, ha conquistato una storica medaglia d’Oro con Mario Vallotto, Franco Testa e Marino Vigna.

Era dato nel 1937 a Desio, città nella quale ha vissuto per tutta la sua vita. Una vita dedicata al ciclismo, con successi che lo hanno portato fino sul tetto del mondo. È poi entrato nel mondo del professionismo, disputando due edizioni dei Mondiali di mezzofondo. Nel 2015 è stato insignito con il Collare d’Oro, il massimo riconoscimento per uno sportivo italiano. Lo sport italiano piange uno dei ciclisti che ha scritto la storia della specialità. Tra i vari messaggi di cordoglio, è arrivato anche quello del presidente del CONI Giovanni Malagò.

Il comunicato del CONI

La notizia della scomparsa di Luigi Arienti ha colpito l’intero mondo dello sport italiano. La medaglia d’Oro di Roma 1960 è scomparso all’età di 87 anni. Il Coni lo ha insignito dell’importante Collare d’Oro, massima onorificenza dello sport italiano, nel 2015. E poi lo ha celebrato con un lungo comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale:

Ci lascia un grande ciclista. Lo sport italiano piange la scomparsa di Luigi Arienti, 87 anni, vincitore della medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Roma 1960 nell’inseguimento a squadre su pista insieme a Mario Vallotto, Franco Testa e Marino Vigna. Nato il 6 gennaio del 1937 a Desio, in provincia di Monza e della Brianza, si appassiona al ciclismo lavorando in un negozio di riparazione di biciclette. Grande fan di Gino Bartali, un giorno vede entrare Fausto Coppi e la sua vita cambia. Un giovane Arienti riceve in regalo la maglia da corsa di Coppi e nel 1954 inizia il percorso da inseguitore che lo porterà sul tetto del mondo.
Vince e convince da esordiente e da allievo. Nel 1958 da dilettante conquista 10 titoli, l’anno successivo 15 e nel 1960 all’Olimpiade in casa entra nella storia del tricolore prendendosi un oro memorabile con i tre suddetti compagni di squadra. Dopodiché il passaggio al professionismo, due partecipazioni ai Mondiali di mezzofondo e, nel 1972, la fine dell’attività agonistica. Nel 2015 il CONI lo premia con il Collare d’Oro, la massima onorificenza dello sport italiano, a suggellare il suo prezioso contributo alla gloria dell’attività del Paese nel mondo. Il Presidente del CONI Giovanni Malagò, interpretando i sentimenti dell’intero movimento sportivo, si unisce al cordoglio della famiglia e di tutto lo sport italiano”.