Cambiare tanto per cambiare si può e, in un certo senso, si deve. E così dalla Camera dei Deputati, diventare la Camera delle deputate e dei deputati. E’ l’ultima iniziativa di due parlamentari del Partito Democratico che l’hanno presa talmente sul serio da presentare una proposta di legge costituzionale il 31 gennaio del 2024, quasi senza dirlo a nessuno. Depositare e vedere l’effetto che fa, almeno la sensazione che ha dato è questa.

Da “Camera dei deputati” a “Camera delle deputate e dei deputati”: necessita di essere “smaschilizzata”

A depositare il testo agli uffici di Palazzo Montecitorio nell’ultimo giorno di gennaio sono stati i parlamentari Dem Gian Antonio Girelli e Sara Ferrari. Il testo della legge è assai semplice ma chiaro, tanto che i due deputati cercano di spiegare cosa li ha portati a prendere questa decisione che tanto sta facendo discutere, soprattutto in Parlamento.

Con questa proposta di legge costituzionale – scrivono i deputati nell’illustrazione del testo – si vuole intervenire per aggiornare il nome attualmente vigente “Camera dei deputati”, in “Camera delle deputate e dei deputati”, riconoscendo nella definizione di tale ramo del Parlamento una concreta parità di genere“.

I due deputati del partito democratico Girelli e Ferrari credono sia ormai “superata” l’attuale dizione legata alla Camera, tanto che spingono sul fatto che debba essere “smaschilizzata“. E infatti nel loro testo che hanno presentato in aula i due deputati hanno concluso che “il Parlamento italiano potrebbe ben essere il pioniere di un cambiamento, non solo nominalistico, ma come vero cambio di paradigma, di mentalità, introducendo nella denominazione di uno dei rami del Parlamento, un dato di parità di genere“.

Da non dimenticare che Girelli e Ferrari nella presentazione del documento, come primo e unico articolo della proposta di legge Costituzionale chiedono che la modifica del nome entri in vigore dalla prossima legislatura.