Lo squilibrio ormonale, sia nelle donne che negli uomini, può avvenire improvvisamente e comportare sintomi più o meno comuni ma non sempre riconoscibili. Ecco come fare per capire se necessario un test per scoprire se si soffre di sbalzi e scompensi, da cosa sono causati e quali sono i principali rimedi per ristabilire l’equilibrio.
Come si riconosce lo squilibrio ormonale?
Lo squilibrio ormonale è una condizione che si verifica, sia negli uomini che nelle donne, quando ci sono alterazioni nei livelli di ormoni rispetto al dosaggio delle sostanze normalmente prodotte dalle ghiandole endocrine.
Si tratta quindi di una patologia che può essere temporanea ed improvvisa ma anche cronica. Per riconoscerla, serve una valutazione complessiva dei sintomi, oltre ad appositi test ed analisi specifiche che porteranno lo specialista a formulare la diagnosi finale.
Ma ci sono alcuni segni che non devono essere sottovalutati, perchè più frequentemente associati ad uno sbalzo, soprattutto se avviene in concomitanza di altri fattori determinanti come ad esempio la fascia di età ed il sesso. Il sistema endocrino ha un funzionamento molto preciso, e qualsiasi minima alterazione può comportare un effetto sul benessere psico fisico.
I cambiamenti ai quali fare attenzione infatti variano e possono riguardare problemi associati all’umore così come una modifica a livello del corpo. Il monitoraggio quindi è fondamentale per evitare ulteriori peggioramenti di uno squilibrio, poichè non è un disturbo che può essere facilmente prevenuto.
Anche se si rispetta uno stile di vita equilibrato una corretta alimentazione e il giusto esercizio fisico, ci possono essere cause esterne, come quelle genetiche che potrebbero dare origine a patologie da trattare.
Quali sono i sintomi
I sintomi con i quali si manifesta uno squilibrio ormonale sono molto vari. Tra i possibili campanelli d’allarme ci sono sicuramente gli improvvisi cambiamenti fisici.
Quindi: una alterazione del peso non spiegabile perchè in assenza di modifiche alla dieta, acne o improvviso aumento della peluria, fragilità e perdita dei capelli, sudorazione abbondante, ma anche segni riconducibili a varie patologie come ad esempio: stanchezza cronica, irregolarità intestinale, modifiche della frequenza cardiaca, alterazioni dell’umore, insonnia, nervosismo e mal di testa frequenti.
Nelle donne in età fertile spesso lo sbalzo ormonale si manifesta con mestruazioni irregolari o più o meno abbondanti del solito, infertilità, gonfiore e fragilità capillare degli arti inferiori. Nell’uomo più frequentemente invece con calo del desiderio sessuale, astenia e disfunzione erettile.
Da cosa è causato
Le cause di uno squilibrio ormonale possono essere molte e dovute a fattori sia ambientali esterni che per conseguenza di altre patologie. Anche la durata degli scompensi può variare ed essere temporanea o definitiva fino a quando non si individua la ghiandola colpita e l’opportuna opzione terapeutica.
Escludendo le patologie ereditarie, per le quali si dovrebbe conoscere la storia familiare in caso di problemi endocrini genetici, le altre cause degli squilibri ormonali comprendono una serie di processi che possono essere scatenati dallo stile di vita o da particolari deficit in risposta ad altre malattie autoimmuni.
Quindi come conseguenza a cambiamenti nell’alimentazione, carenze nutrizionali, farmaci o sostanze tossiche assunte. Ma anche infezioni, infiammazioni, interventi chirurgici e traumi.
Diagnosi e rimedi per lo squilibrio ormonale
Quando si presentano uno o più sintomi sospetti, la cosa migliore da fare per una diagnosi di scompenso ormonale, è quella si effettuare appositi test per stabilire i livelli.
Questi possono essere prescritti dallo specialista endocrinologo in base alla storia e alla sintomatologia riferita dal paziente. Si tratta di un semplice prelievo di sangue che serve per verificare i dosaggi e stabilire con certezza deficit ed eccesso. In base ai risultati il medico ricercherà la causa del problema e valuterà la possibile soluzione.
I rimedi variano in base a quanto diagnosticato, dal semplice trattamento farmacologico sostitutivo alla chirurgia quando si tratta di sintomo secondario causato da altre malattie a carico delle ghiandole.