Prima calciatore, poi allenatore e adesso anche commentatore tecnico per DAZN. Fabio Bazzani ha trascorso tutta la sua vita su un campo di pallone e il calcio resta la sua più grande passione. Cresciuto nelle giovanili del Bologna prima e della Spal poi, esordisce in massima serie con il Venezia, ma è con il Perugia che segna il suo primo gol. Tante maglie indossate, l’esperienza più importante della sua carriera arriva quando approda a Genova, sponda Sampdoria, club con cui segna il maggior numero di reti. Poi la parentesi a Roma, sponda Lazio, in prestito nel 2005. Attaccante di razza, per commentare il momento dei biancocelesti e la crisi in casa Lazio, Bazzani è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Crisi Lazio, Bazzani a Tag24

La Lazio perde malamente a Bergamo contro l’Atalanta e spofonda nuovamente in crisi profonda. In questa stagione la squadra di Sarri non ha mai brillato, ma fino all’impegno in Supercoppa sembrava aver ritrovato serenità e compattezza. Poi la prestazione drammatica contro l’Inter, lo scialbo 0 a 0 in casa contro il Napoli e infine il non gioco visto con la Dea. A preoccupare i tifosi non sono solo i risultati, quanto la rassegnazione e l’atteggiamento visti in campo, oltre alla enorme difficoltà in fase offensiva. Sul banco degli imputati, oltre alla società, ora c’è anche Maurizio Sarri. Il popolo biancoceleste si divide, tra chi ne chiede l’esonero e chi invece lo difende. Per commentare il momento di crisi in casa Lazio, Fabio Bazzani, ex attaccante che ha vestito la maglia biancoceleste, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Contro l’Atalanta la Lazio praticamente non scende in campo. Come ti spieghi una prestazione e un atteggiamento simili?

“E’ difficile poterselo spiegare dall’esterno. La prestazione è stata anonima, insufficiente. I segnali li può percepire solo l’allenatore che li vede tutti i giorni e ci lavora costantemente. Da fuori dare una spiegazione è difficile. Al di là dei grandi meriti dell’Atalanta, che quando gioca così è dura per tutti, ma la Lazio ha opposto veramente pochissima resistenza e ha fatto troppo poco per contrastare la Dea. Questo è un dato preoccupante per l’ambiente biancoceleste”.

Ambiente pesante, è iniziata la contestazione nei confronti della società e dell’allenatore. Come se ne esce da questa crisi?

“Se ne esce solo facendo quadrato. Devono essere bravi allenatore e giocatori, devono capire il momento e assumersi ognuno le proprie responsabilità. Non è un momento facile, la squadra sta faticando, ma non si può far altro che rimanere compatti e procedere in modo unito. L’importante è non scaricarsi colpe l’uno con l’altro. Questo è il momento di essere gruppo. La Lazio non potrà ripetere la super stagione dell’anno scorso, ma può ancora fare bene. Sicuramente di più di quello che sta facendo e i giocatori ne sono consapevoli. Per esperienza di spogliatoio vi dico che ora la squadra si deve distaccare dalle critiche e pensare solo al lavoro”.

Sarri in o Sarri out, tu da che parte stai?

“Io non sto nè da una parte nè dall’alttra. Sarri sta avendo delle difficoltà, ma non è solo colpa sua. In una crisi simile c’è una concatenazione di situazioni. Lui sta facendo fatica a trovare il bandolo della matassa. Ci sono tanti giocatori che stanno vivendo una grande difficoltà e sono al di sotto delle loro possibilità. La costruzione della rosa evidentemente non è stata ottimale e ora si vede. La sensazione è quella di vedere una squadra poco pericolosa, che propone poco, compassata e prevedibile”.

Il problema principale di questa squadra sta nella difficoltà a tirare in porta e fare gol, eppure la qualità non manca. Da ex attaccante come te lo spieghi?

“Immobile non lo hai quasi mai avuto e lui è uno che dà gol e profondità. Milinkovic Savic è stata una perdita enorme che non sei riuscito a colmare, nè con calciatori con caratteristiche simili ma neanche cambiando completamente. La squadra non è riuscita ad adattarsi. Non si è in questa situazione per caso, ma ci sono cose oggettive. E’ un problema di attacco, ma più in generale di fase offensiva. E’ una squadra che gioca in orizzontale, con ritmo basse, senza fisicità in area di rigore e con gli esterni che non saltano l’uomo. Ciro, che va in profondità e allunga la squadra come nessun’altro, sta mancando. Castellanos ha altre caratteristiche. Manca la verticalità di Immobile e la fisicità di Milinkovic. E’ per questo che vediamo un possesso sterile. La Lazio è poggiata solo alle eventuali invenzioni di Luis Alberto, ma anche lui è sottotono”.

La Lazio può essere una pretendente credibile per la corsa Champions?

“Assolutamente sì. Innanzitutto perchè credo che la Champions si conquisterà con una quota più bassa rispetto allo scorso anno e si deciderà alla fine. La Roma si sta ritrovando, l’Atalanta sta bene, ma prima o dopo tutte hanno vissuto momenti di flessione. Attenzione al Bologna che è una grande outsider. La Lazio è in difficoltà, ma ha le qualità per riprendersi e riaprire i giochi per questa corsa. Serve anche un minimo di orgoglio. Ora tornerà anche la Champions. I biancocelesti sono sfavoriti, ma se dovesse uscire potrebbe preparara una sola gara a settimana. Secondo me la Lazio deve anche ritrovare entusiasmo, perchè prima delle gambe deve girare la testa“.