Si chiama Franco il padre di Giovanbattista Cutolo, il musicista morto all’età di 24 anni dopo essere stato colpito con tre proiettili davanti a un locale del centro di Napoli lo scorso 31 agosto: ha 60 anni, lavora come regista e scenografo teatrale e da tanti anni è unito alla moglie Daniela Di Maggio, con cui, oltre al giovane ucciso, ha avuto anche un’altra figlia, di nome Ludovica.
Chi è Franco Cutolo, il padre del musicista ucciso all’età di 24 anni a Napoli
“L’ho cresciuto a pane e cultura e Napoli me l’ha ucciso a 24 anni. Vado via da questa città, basta”, aveva detto negli attimi immediatamente successivi all’omicidio del figlio, consumatosi lo scorso 31 agosto davanti a un locale situato a pochi passi da Piazza del Municipio.
Franco Cutolo, di 60, è stato ed è ancora un punto di riferimento della città partenopea, dove è molto noto sia come regista che come scenografo teatrale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha iniziato la sua attività nel 1989 fondando la compagnia dei Febi Armonici.
Nel tempo ha collaborato con diversi idoli del settore, mettendo in scena lavori che hanno visto la partecipazione, tra gli altri, di Isa Danieli, Tony Esposito e Peppe Parisi. Di recente ha presentato un docufilm dal titolo “Napoli s-velata”, in cui ha voluto mettere in luce gli aspetti di Napoli e della cultura napoletana che tante volte vengono oscurati dai fatti di cronaca violenti e senza senso a cui la città fa da sfondo, come quello che nell’estate ha riguardato il figlio 24enne, avuto con la moglie Daniela Di Maggio.
La ricostruzione dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo
Giovanbattista Cutolo era conosciuto da tutti come “Giò Giò”, un ragazzo sorridente e dall’animo gentile appassionato di musica. Lo scorso 31 agosto è stato ucciso a colpi di pistola al culmine di una lite scoppiata in un pub in cui si era recato insieme agli amici per trascorrere la serata.
Era nato tutto da un rimprovero: una sua amica aveva “intimato” a un minorenne arrivato da poco di fare più attenzione perché, nel parcheggiare il suo scooter, aveva effettuato una manovra azzardata, rischiando di far cadere il suo.
Gli amici del ragazzo se l’erano presa con gli amici della ragazza, tra cui Cutolo, spremendo una bustina di maionese in testa a uno di loro e arrivando alle mani con altri. A quel punto il 24enne si era fatto avanti per chiedere loro di lasciarli in pace: non poteva sapere che il minorenne aveva con sé una pistola.
Negli attimi successivi, come ricostruito grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza, il ragazzo l’aveva colpito con tre proiettili, di cui almeno uno mentre era già a terra. Il tutto davanti agli occhi degli avventori del locale, che non avevano potuto far niente per salvarlo: era morto mentre il suo killer si dava alla fuga.
La medaglia d’oro consegnata alla famiglia della vittima
A giorni nei confronti del 17enne si aprirà il processo per omicidio volontario aggravato. Due suoi amici, due maggiorenni, sono intanto indagati per concorso in omicidio e per rissa, per avergli fornito l’arma del delitto, provocando la violenta lite sfociata in omicidio.
La famiglia di Giò Giò ha ricevuto in sua memoria diversi riconoscimenti, tra i quali la medaglia d’oro al valore civile, che viene concessa per gesti di altissimo valore. Oltre a difendere i suoi amici, mettendo a rischio la propria vita, “aveva fatto della sua anima un messaggio di speranza“, come aveva dichiarato il ministro Piantedosi nel corso della cerimonia di consegna. È uno dei motivi per cui la sua storia è rimasta nel cuore di molti.