Il killer minorenne di Michelle Causo, uccisa a Primavalle il 28 giugno scorso, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, che in caso di condanna consente lo sconto di un terzo della pena. Nei suoi confronti i pm avevano ottenuto il giudizio immediato: il gip aveva fissato la prima udienza del processo per oggi, 6 febbraio, ma alla luce della richiesta presentata dagli avvocati del giovane cingalese, ha riprogrammato l’appuntamento in tribunale per il prossimo 21 febbraio.

Verso il processo per il killer di Michelle Causo, uccisa a Primavalle

Il 17enne, in carcere dallo scorso giugno, è accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento e vilipendio di cadavere. Stando a quanto ricostruito dall’accusa, uccise a coltellate l’amica Michelle Causo nell’appartamento in cui viveva insieme alla madre per poi chiuderne il corpo in dei sacchi neri per l’immondizia e abbandonarlo, con l’aiuto di un carrello, accanto a dei cassonetti in strada, attirando l’attenzione di un passante.

Fu lui a dare l’allarme, raccontando ai carabinieri di averlo visto trascinare qualcosa di pesante che grondava sangue. Quando arrivarono a casa sua, il giovane stava ancora tentando di ripulire la scena del crimine, ma le tracce di ciò che aveva fatto erano evidenti. Interrogato, aveva subito confessato, ma sul movente del delitto non ha mai fatto chiarezza.

Stando alla sua versione, non ritenuta credibile dagli inquirenti, Michelle lo aveva minacciato con una pistola che lui non sapeva essere finta per motivi legati a una presunta compravendita di droga e allora lui, spaventato, l’aveva colpita. “Ci ho pensato per 5 secondi. Ho cominciato ad accoltellarla che lei era di fronte a me, lei si muoveva e poi è cascata a terra”, aveva detto, spiegando di averla guardata morire.

Ad oggi non si sa se qualcuno l’abbia aiutato a capire come disfarsi del corpo. Dopo l’omicidio infatti uscì di casa, si mise in contatto con degli amici, rubò un carrello per la spesa e poi tornò indietro, mettendo in atto il piano. Considerata l’evidente fondatezza dell’accusa, nei suoi confronti i pm avevano chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Ora la richiesta dell’abbreviato.

La lettera aperta firmata dai genitori della vittima

Dopo aver appreso la decisione degli avvocati del giovane, i genitori di Michelle hanno indirizzato una lettera aperta ai giornali, facendo sapere di sentirsi “indifesi”.

Michelle è in una tomba, privata di ogni opportunità, di realizzare i suoi sogni e le sue aspirazioni. Il suo carnefice no. Perché tante garanzie a chi si macchia lucidamente di reati così gravi? Nel nostro caso un soggetto con precedenti importanti alle spalle […], un soggetto che cercava su Internet quali punti vitali colpire per uccidere,

scrivono nel testo, riportato da Il Mattino, facendo riferimento, in particolare, all’aggravante contestata al giovane: quella della premeditazione. Secondo l’accusa, infatti, O.D.S. programmò il delitto, dando appuntamento alla vittima con una scusa dopo aver effettuato delle ricerche su come infliggere delle coltellate mortali.

Il sospetto è che volesse vendicarsi con lei perché aveva scoperto dei ricatti sessuali fatti a delle giovani online. Ma è un sospetto, appunto. L’unico a conoscere la verità è lui: la speranza è che almeno nel corso del processo a suo carico decida di mettersi una mano sulla coscienza e parlare. Dal carcere in cui era detenuto è stato spostato: secondo gli inquirenti era a rischio pestaggio.

L’omicidio a giugno

Il brutale omicidio della 16enne aveva lasciato attonita l’opinione pubblica, che appena un mese prima aveva dovuto fare i conti con il caso altrettanto tragico di Giulia Tramontano, la 29enne originaria di Sant’Antimo uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello al settimo mese di gravidanza.

Per provare a dargli una spiegazione si era ipotizzato che anche la ragazza potesse essere rimasta incinta, che il suo killer fosse innamorato di lei e che lei l’avesse respinto: tutte ipotesi che nel corso delle indagini non hanno trovato riscontro. Michelle era felicemente fidanzata con un ragazzo della sua età e aveva ancora tutta la vita davanti: ha pagato, secondo qualcuno, la “sua disponibilità verso l’Altro”.