Dopo l’incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, Roberto Salis sembra disperarsi per una veloce scarcerazione della figlia Ilaria.

Il suo discorso è un’accusa contro l’inerzia del governo, che sembra non sapersi muovere per ottenere giustizia o condizioni di detenzione dignitose per Ilaria: “Siamo completamente lasciati soli“.

Caso Salis, il padre di Ilaria chiede un passo concreto a favore della figlia: “Torturata per otto giorni”

Dopo gli incontri con il ministro degli Esteri Tajani ed il ministro della giustizia Nordio, l’umore di Roberto Salis è chiaramente negativo. Il padre di Ilaria, in carcere in Ungheria perché avrebbe aggredito dei manifestanti neo-nazisti durante una loro manifestazione, sembra essere convinto che l’attuale governo non voglia (o possa) mettere in campo strumenti efficaci per la scarcerazione della figlia.

La sua situazione carceraria, come trapelato da una sua lettera, è contraddistinta da condizioni igienico-sanitarie di profondo degrado e nemmeno i suoi diritti di imputata sarebbero stati rispettati (Ilaria sarebbe stata costretta a firmare documenti non in italiano).

Dopo l’incontro con Nordio questo è il commento di Roberto Salis:

Siamo completamente lasciati soli, credo: abbiamo chiesto due cose, sono state negate. Non abbiamo assolutamente un buon feeling su quello che sta accadendo… Credo che mia figlia starà molto tempo in galera, credo che vedremo ancora parecchi processi in cui si troverà con le catene a entrare in carcere e credo che continueranno le situazioni di detenzione che non sono piacevoli che sta subendo. Abbiamo chiesto due documenti che sarebbero serviti per agevolare il lavoro dei nostri avvocati in Ungheria e che però lo stato ritiene di non voler fornire, perché ritengono sia irrituale, che potrebbe creare dei precedenti. Alternative? Cercare noi di fare qualcosa

Traspare quindi l’incredulità e la tristezza nel vedersi caricate sulle proprie spalle la difesa e la liberazione della propria figlia. Di recente molte dichiarazioni politiche hanno diviso le persone fra chi nutriva dubbi sull’innocenza di Ilaria e chi invece chiede al governo un cambio di passo, come lo stesso Roberto aveva riferito.

Le condizioni carcerarie di Ilaria sono state riportate all’attenzione di Tajani, ma soprattutto il fatto che l’ambasciata italiana in Ungheria sembri non fornire alcun aiuto alla famiglia Salis e ai suoi avvocati:

Se non ci sono evoluzioni chiare su quello che potrebbe essere il suo futuro… Mia figlia, in Ungheria, ha tre anni di cautelari per graffi ad un nazista in un carcere che praticamente è l’equivalente del 41bis… Cioè, se lei vuole in Italia può scrivere a qualunque carcerato, mia figlia può ricevere soltanto lettere da me, mia moglie e un’altra persona…! E’ in una condizione carceraria assolutamente difficile e ci sono delle normative in Ungheria per cui lei può essere sottoposta a tre anni di carcerazione preventiva. A Tajani ho raccontato che l’ambasciata italiana in Ungheria non fornisce una lista di avvocati per selezionare un difensore per avere la difesa.

La paura che il governo italiano stia aspettando una qualche concessione ungherese (magari dopo una condanna penale di Ilaria) si fa quindi sempre più alta.