La perdita dell’Istria da parte dell’Italia è stata causata da una concatenazione di avvenimenti storici e politici intricati, accaduti nel corso e successivamente alla Seconda Guerra Mondiale. La zona dell’Istria è stata teatro di contese territoriali e modifiche dei confini, culminando nella sua attribuzione a nuove nazioni al termine del conflitto bellico.

Quando l’Italia ha perso l’Istria?

L’Italia ha perso l’Istria nel 1947.

Con la firma del Trattato di pace a Parigi tra l’Italia e le potenze alleate il 10 febbraio 1947, la Repubblica Italiana subisce la perdita significativa della Venezia Giulia e dell’ultimo tratto della Dalmazia. Si istituisce il Territorio Libero di Trieste, suddiviso in una Zona A (principalmente corrispondente all’attuale provincia di Trieste), posta sotto l’amministrazione militare angloamericana, e una Zona B (nord-ovest dell’Istria), sotto l’amministrazione militare jugoslava.

Conseguentemente, 28.000 abitanti di Pola su 32.000 lasciano la città istriana, dirigendosi verso i Centri Raccolta Profughi insieme a decine di migliaia di istriani, fiumani e dalmati (costituenti il 90% della componente italiana) che esercitano il diritto di opzione per la cittadinanza italiana. Complessivamente, gli esuli saranno circa 350.000.

In questo contesto di profonda disperazione, l’insegnante Maria Pasquinelli esprime la sua angoscia uccidendo con colpi di pistola il comandante della guarnigione britannica di Pola, Robin De Winton.