Molte famiglie italiane optano per la strategia di mantenere una consistente somma di denaro sui conti correnti, presumibilmente come forma di protezione contro le sfide economiche, l’inflazione e l’incremento dei costi energetici. Tuttavia, questa scelta potrebbe non essere la più vantaggiosa.

Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, l’attuale quadro finanziario degli italiani evidenzia una propensione al risparmio in liquidità, alimentata da fattori come l’inflazione, la crisi economica derivante dalla pandemia e l’incertezza legata alla crisi energetica. In totale, i risparmi depositati sui conti correnti ammontano a 1.262 miliardi di euro e 207 milioni.

Quanti soldi avere in banca per essere tranquilli?

Determinare l’importo giusto di liquidità sul conto corrente non ha una risposta univoca. Alcune linee guida utili includono:

  • Regola del 50-30-20: Destinare il 50% delle entrate alle spese essenziali, il 30% alle spese superflue e il 20% al risparmio.
  • Liquidità transazionale: Mantenere una somma di denaro sufficiente a coprire le spese ordinarie per 3-6 mesi.
  • Fondo di emergenza: Creare un fondo per affrontare spese inaspettate, attingendo al 20% delle entrate mensili destinate al risparmio.

In generale, è consigliabile mantenere sul conto corrente una liquidità che copra almeno sei mesi di spese totali, ma questa è una linea guida generale. Ogni situazione dovrebbe essere valutata individualmente, anche con l’assistenza di un consulente finanziario.

I rischi dell’eccessiva liquidità sul conto corrente

La liquidità media depositata sui conti correnti si attesta a 14.981 euro. Tuttavia, mantenere i fondi sul conto corrente comporta rischi impliciti, potenzialmente traducendosi in perdite economiche. Questo avviene per diverse ragioni:

  1. Costi di gestione del conto corrente: Questi rappresentano una perdita sostanzialmente infruttuosa, seppur minima.
  2. Tassi di interesse minimi: I conti correnti offrono tassi di interesse pressoché nulli. Per ottenere un rendimento, anche se modesto, sarebbe più vantaggioso considerare i conti deposito.
  3. Inflazione: L’inflazione, attualmente stimata all’11,9% su base annua a ottobre 2022, erode il potere d’acquisto della moneta, agendo come una sorta di tassa sui risparmi depositati.
  4. Possibilità di prelievo forzoso: In casi di tassa patrimoniale, i governi potrebbero applicare un prelievo forzoso. Al momento, i conti con giacenza media superiore ai 5000 euro prevedono un’imposta di bollo del 7 per mille.
  5. Limite di garanzia del FITD: Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi garantisce i soldi depositati in caso di difficoltà o default della banca, ma il tetto garantito è di 100.000 euro per depositante. Superare questa soglia diventa un rischio significativo.