Il termine “foibe”, originato dalle profonde voragini carsiche, viene attualmente impiegato per fare riferimento agli eccidi correlati ad esse. Questi crimini furono perpetrati dai partigiani comunisti jugoslavi durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, avvenuti principalmente nelle regioni di Venezia Giulia e Dalmazia.
Perché ci fu il massacro delle Foibe?
Verso la fine del 1944, l’Accordo di Lissa, noto anche come Accordo Tito-Šubašić, rappresentò un tentativo di congiungere il governo comunista di Tito con il governo in esilio di re Pietro II. Il 7 marzo 1945, si riunì a Belgrado il governo provvisorio della Democrazia Federale di Jugoslavia (DFJ), guidato da Tito, che non aveva alcun legame con il governo jugoslavo in esilio o con re Pietro II. In seguito alle elezioni dell’11 novembre 1945, considerate da molti come controllate e influenzate dai titoisti, il “fronte nazionale” guidato da Tito ottenne la maggioranza assoluta. Tito fu nominato Primo ministro e ministro degli Esteri della DFRJ.
Durante questo periodo, le forze jugoslave e l’Armata Rossa furono coinvolte nella deportazione delle popolazioni etnicamente tedesche (Volksdeutsche) dalla Jugoslavia, ritenute collaborazioniste. Durante gli spostamenti tra i rifugiati, tedeschi etnici, cetnici, ustascia e altre formazioni militari croate e slovene furono catturati. Nonostante le promesse di Tito di garantire una resa sicura, molti collaborazionisti e presunti tali furono uccisi nel massacro di Bleiburg.
Si verificarono anche altri massacri di massa in cui l’esercito jugoslavo fu coinvolto. I militari e i civili italiani dell’Istria, considerati sommariamente fascisti, furono vittime dei massacri delle foibe, mentre la minoranza etnica italiana in Dalmazia fu perseguitata per presunta collaborazione con gli invasori italiani. Gli ungheresi subirono il massacro di Bačka tra il 1944 e il 1945, e con l’operazione Keelhaul un gran numero di ustascia croati, consegnati dai britannici ai jugoslavi, furono uccisi.
Il fenomeno delle foibe rappresentò un vero e proprio massacro di massa, con stime che indicano un numero di vittime compreso tra cinquemila e settemila, coinvolgendo sia civili che militari italiani (alcuni ipotizzano addirittura undicimila vittime). Le foibe, come grandi cavità carsiche, fungevano da luogo in cui venivano gettati i corpi delle vittime, non solo dopo la loro morte, ma talvolta ancora vive e ferite.
Chi sono i responsabili della strage delle Foibe?
L’intento dei partigiani jugoslavi, secondo alcune interpretazioni, era di insorgere con una rivolta popolare contro i crimini di guerra subiti durante il periodo fascista. Secondo altri, invece, l’obiettivo era un genocidio mirato alla pulizia etnica nei confronti degli italiani.
I critici del Maresciallo Tito sostengono che abbia autorizzato o comunque ignorato e non vietato i numerosi massacri, che si protrassero per settimane anche dopo la fine della guerra.
La questione delle “foibe” presenta il problema principale della distorsione delle vicende, spesso narrate in modo ambiguo in base alle convenienze ideologiche di chi se ne occupa. Tuttavia, le informazioni disponibili confermano che italiani e popoli slavi (principalmente croati e sloveni) erano in lotta per il controllo delle terre dell’Adriatico orientale.