Il caso delle dimissioni di Vittorio Sgarbi (annunciate, ma ancora da presentare) arriva fino in Giappone. Nel senso che, a margine della sua visita nel Paese del Sol Levante, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, interviene sull’argomento, dicendo di trovare “corretta, dopo il pronunciamento dell’Antitrust“, la scelta del sottosegretario alla Cultura e che lo attende per finalizzarla.
Meloni: “Corrette le dimissioni di Sgarbi”. Il sottosegretario: “Le consegnerò personalmente”
Ho atteso di avere degli elementi oggettivi – dice da Tokyo la premier, giocando con le parole, dopo l’incontro con l’omologo giapponese Fumio Kishida – per cui mi auguro che Sgarbi, che ha potuto contare su un governo che attendeva degli elementi oggettivi, oggi non si aspetti che quello stesso governo decida per altri con elementi che non sono oggettivi, perché sarebbe eccessivo.
Dunque la risposta di Sgarbi, mettendo tra l’altro i puntini sulle “i” e ricordando il ricorso al Tar dopo la sentenza dell’Antitrust.
Il sottosegretario ringrazia, ma risponde sull’indagine dell’Antitrust
Sono felice che il presidente abbia ritenuto corrette le mie dimissioni che confermo e che attendo di consegnare personalmente. Condivido tutto quello che ha detto, ma sottolineo che l’indagine dell’Antitrust su di me è partita da lettere anonime, e fatico a credere che questo non possa avvenire per altri membri del governo, esponendoci a una mattanza di delazioni. Non ho mai pensato di non dimettermi, come ho dichiarato, ma ho posto il problema procedurale del ricorso al Tar previsto nella stessa delibera dell’Agcom. Per questo sono felice d’incontrare al più presto la premier, per valutare la compatibilità fra le mie dimissioni e il mio ricorso, nelle more del quale sarebbe forse più pertinente l’autosospensione.