Il 6 febbraio 2023 una serie di scosse di grado 7.8 uccise circa 58mila persone e distrusse 680mila case nel sud della Turchia. Un sisma di proporzioni enormi, che arrecò danni e lutti ad una grande fascia della popolazione turca.

In un clima già complicato dall’inflazione economica, i ritardi nei soccorsi e la scarsa qualità delle case concorsero ad aumentare vittime e sfollati. Ad un anno dal sisma, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha mantenuto fede alla sua promessa di consegnare le prime case ricostruite agli abitanti del luogo: resta però tanto lavoro da fare.

Turchia, polemiche per la lenta consegna delle case. Erdogan in tour per tutto il paese

Le prime case sono state consegnate ad Hatay e a Gaziantep, ma sono previste centinaia di migliaia di nuovi appartamenti ricostruiti in tutte le zone colpite dal sisma del 2023. Un compito che, annunciato qualche giorno dopo il terremoto dallo stesso Erdogan, sembrava impossibile anche in uno stato in cui le grandi aziende edili sono spesso favorite dagli ambiti governativi.

Il presidente turco sfoggia tutto il suo eloquio davanti ad una folla che oggi, nella regione di Hatay, era composta da migliaia di persone. Erdogan celebra la costruzione di nuove case e di un nuovo ospedale che può curare centinaia e centinaia di malati. Il governo ha iniziato i sorteggi per assegnare 75 mila abitazioni nei prossimi due mesi e 200 mila nel corso del 2024.

Sono state aperte anche le gare d’appalto per costruire altri condomini ed appartamenti, ma la preoccupazione che alcuni elementi dell’opposizione avanzano è che le costruzioni siano affidate nuovamente ad aziende compiacenti e amiche di Erdogan. Di conseguenza la qualità degli immobili rischia di essere bassa.

Restano però migliaia di persone sfollate e che vivono in container, che sopravvivono grazie ai beni di prima necessità offerti dallo stato turco e dalla Mezzaluna rossa. Erdogan promette però una rapida soluzione:

Per noi riposare è vietato fino a quando le nostre città non si rimetteranno in piedi. Dalle infrastrutture alle città, fino ai villaggi. Vi restituiremo tutto. Non possiamo riportare in vita i morti, ma rimetteremo tutto a posto.