È stata fermata con l’accusa di omicidio volontario la badante di Carlo Gatti, l’anziano trovato morto in casa a Colli Verdi, in provincia di Pavia, nella giornata di ieri, 4 febbraio. Nelle scorse ore la donna, di 45 anni, era stata portata in caserma ed interrogata. Davanti agli inquirenti si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere.
Fermata la badante di Carlo Gatti, l’anziano trovato morto in casa a Pavia
La tragica scoperta risale al tardo pomeriggio di domenica scorsa. Carlo Gatti, di 89 anni, era stato trovato morto in casa dai soccorsi intervenuti dopo la segnalazione di alcuni parenti che, avendo sentito le urla della badante, poco prima si erano recati a controllare se l’anziano stesse bene.
Il suo corpo giaceva senza vita, con evidenti ferite alla testa, in una pozza di sangue, ai piedi del letto dell’abitazione in cui viveva in zona Colli Verdi, a Pavia. La donna che lo assisteva era in evidente stato confusionale. Stando a quanto ricostruito finora, avrebbe subito detto agli operatori del 118 di essere stata lei a provocare la morte dell’89enne, senza però fornire dettagli sulle modalità o le ragioni.
Trasferita in caserma, davanti al pm di turno Paolo Mazza si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere. Su di lei pende ora l’accusa di omicidio volontario. Accusa che potrebbe però essere derubricata a omicidio preterintenzionale. Molto dipenderà dagli esiti dell’autopsia. La causa del decesso potrebbe essere la profonda contusione alla nuca riportata dall’anziano; bisognerà capire cosa l’abbia provocata.
Liliana Barone, di 45 anni, ex moglie del nipote della vittima, resterà intanto nella casa circondariale di Vigevano. Nell’abitazione dell’89enne – che per tanto tempo aveva vissuto a Milano, salvo poi tornare nel paese d’origine della moglie – era andata a stare con il ruolo di collaboratrice domestica dopo la morte della consorte: ci viveva anche il figlio, che però nel weekend era assente.
Il caso di Rosanna Aber a Bergamo
La storia di Carlo Gatti avrà riportato alla mente di molti quella di Rosanna Aber, la 77enne morta dopo essere precipitata da una delle finestre al quarto piano dell’appartamento in cui viveva al civico 1 di via Einstein, a Bergamo, nell’aprile del 2022.
Anche nel suo caso, come nel caso di Gatti, si era pensato, all’inizio, di una morte accidentale, dovuta a una caduta. La badante, ascoltata subito dopo i fatti, aveva poi lasciato intendere che l’anziana volesse togliersi la vita. I familiari però l’avevano escluso con convinzione, facendo notare che, oltre a condurre una vita serena, la donna aveva anche saldato la quota di un viaggio che di lì a poco avrebbe dovuto fare con la sorella a Tenerife.
Stando a quanto ricostruito in seguito, sarebbe stata la 25enne che l’aiutava in casa, di origini ucraine, a spingerla di sotto, al culmine di una lite scoppiata perché l’anziana si era resa conto che la giovane, notoriamente ludopatica, le aveva sottratto almeno duemila euro dal conto bancario, chiedendole spiegazioni. Ora la donna, di nome Krystyna Mykhalchuk, è accusata di omicidio volontario, ma anche di indebito utilizzo di carta di credito.
Sono tanti i casi simili. Si pensi anche a quello di Piero Luigi Landriani, il 70enne ucciso a coltellate a Corvetto, fuori Milano, dalla convivente brasiliana di 49 anni e dal suo amante, che agli inquirenti avevano raccontato di aver visto due uomini di origine marocchina colpirlo, dopo essere entrati in casa per consegnargli della droga, a causa di un debito di poche decine di euro.