Quattro maggiorenni e tre minorenni, tutti di origini egiziane, sono indagati per lo stupro di gruppo di una 13enne avvenuto a Catania, nei bagni di Villa Bellini, lo scorso 30 gennaio. Le udienze di convalida si sono svolte oggi 5 febbraio davanti al gip di Catania: la decisione dei giudici è attesa per domani.

Stupro della ragazzina di 13 anni a Catania, indagati dal gip: due hanno fatto scena muta

I sette giovani egiziani, accusati di violenza sessuale di gruppo, hanno un’età compresa tra i 15 e i 19 anni.

Dei quattro maggiorenni indagati, due avrebbero fatto scena muta. Uno, che aveva già collaborato permettendo di individuare gli altri membri del branco, ha confermato lo stupro, affermando però di non aver partecipato. Il quarto ha invece smentito anche di essere stato uno degli aggressori.

I tre ragazzi minori di 18 anni sono stati invece sentiti dal gip del tribunale per i minorenni.

Gli indagati riconosciuti dalla vittima e dal fidanzato

La ragazzina di 13 anni ha riconosciuto i due esecutori materiali dello stupro in un confronto all’americana, dietro a un vetro a specchio, e un terzo aggressore.

Gli altri- che tenevano fermo il fidanzato 17enne della ragazzina, costretto ad assistere all’orrore- sono stati indicati da quest’ultimo e da uno dei sette fermati, che si era confidato con l’operatrice di una struttura di accoglienza.

Esami del Dna su alcune tracce biologiche hanno poi fornito ulteriori riscontri.

Uno ha reso dichiarazioni, un altro, da quello che ho capito, ha reso dichiarazioni dicendosi estraneo ai fatti, cioè che si trovava sul posto, ma non ha partecipato. Hanno sicuramente capito di cosa sono accusati, ma una cosa è capire questo, un’altra è dichiararsi colpevoli o meno

ha dichiarato l’avvocato Alessandro Fidone, legale di uno dei ragazzi indagati.

La 13enne violentata a Catania: “Li imploravo di lasciarmi stare”

La ragazzina, con estremo coraggio, ha parlato di quanto avvenuto agli inquirenti.

Li imploravo, li supplicavo di lasciarmi stare, di non farmi del male, ma non mi ascoltavano

ha raccontato, descrivendo quei lunghissimi minuti di disperazione e terrore.

Intanto la città di Catania si è mobilitata contro ogni violenza. Infatti sulle scalinate esterne del Palazzo di giustizia sono comparsi gli striscioni di Sham officine coordinamento contro la violenza e contro il femminicidio, Femminestorie e Fright diritti senza confini.