La prima Stanza del silenzio al mondo è stata la “meditation room” nella sede dell’Onu, voluta da Dag Hammarskjold, segretario generale delle Nazioni Unite dal 1953 al 1961. Disse che “tutti abbiamo dentro di noi un centro di quiete circondato dal silenzio. Questa casa (il Palazzo di Vetro), dedicata al lavoro e al dibattito al servizio della pace, dovrebbe avere una stanza dedicata al silenzio esteriore ed alla quiete interiore.

La “meditation room” nella sede dell’Onu

A questo scopo è stata creata questa piccola stanza: un luogo dove si possono aprire le porte su territori infiniti di pensiero e di preghiera. Persone di molte fedi si incontreranno qui, e per questo motivo non potrebbe essere utilizzato nessuno dei simboli a cui siamo abituati nella nostra meditazione”. E aggiunse: “Tuttavia, esistono cose semplici che parlano a tutti noi nella stessa lingua. Le abbiamo cercate, e crediamo di averle trovate nel raggio di luce che colpisce una superficie scintillante di solida roccia. Così, nel centro della stanza si vede un simbolo di come ogni giorno la luce dei cieli dà vita alla terra su cui ci troviamo – un simbolo anche, per molti di noi, di come la luce dello spirito dà vita alla materia. Ma la pietra in mezzo alla stanza ha da dirci di più. Possiamo vederlo come un altare, vuoto non perché non ci sia Dio, non perché sia un altare a un dio sconosciuto, ma perché è dedicato al Dio che l’uomo adora sotto molti nomi e in molte forme”. 

Il rabbino Piperno: “Vorrei uno spazio per pregare assieme all’università di Firenze”

In Italia la prima Stanza del silenzio in un ospedale pubblico è stata creata alle Molinette di Torino nel 2008. Ce ne sono altre, a Careggi e al Meyer, per esempio, e il rabbino capo di Firenze Gadi Piperno ne vorrebbe creare una anche all’università: “Abbiamo l’esigenza comune di pregare in determinati momenti. E sarebbe bello avere, nell’ateneo fiorentino, uno spazio per pregare assieme, musulmani ed ebrei”. È la proposta che il rabbino capo ha avanzato durante il dibattito ‘Le confessioni religiose incontrano gli studenti’, che ha visto intervenire al rettorato dell’università fiorentina l’imam Izzeddin Elzir e l’abate di San Miniato, padre Bernardo Gianni. Avrà un seguito?

Stefano Bisi