L’Africa guarda con preoccupazione al clima particolarmente esplosivo che domina il Senegal, in vista delle elezioni presidenziali. I deputati sono impegnati nella giornata di oggi a esaminare un controverso disegno di legge che rinvierebbe le elezioni, come annunciato dal capo di Stato Macky Sall. La decisione arriva all’indomani degli scontri che hanno insanguinato Dakar fra la polizia e oppositori.

Senegal, probabile rinvio delle elezioni presidenziali: è caos

Potrebbe essere rinviato di sei mesi il voto per le elezioni presidenziali in Senegal. A stabilirlo saranno i deputati senegalesi che oggi avranno il compito di vagliare il disegno di legge sul rinvio. Un dibattito che si prevede essere acceso e che potrebbe portare all’approvazione della proposta. Nulla, però, è certo, dato che l’approvazione richiede una maggioranza di 3/5 dei 165 deputati.

Il capo di Stato Macky Sall ha tenuto, sabato 3 febbraio, un discorso a pochi minuti dall’apertura della campagna elettorale, nel quale ha dichiarato di aver firmato il decreto per il rinvio delle elezioni, previste per il 25 febbraio.

Questo sarebbe il primo caso dal 1963 del voto rinvitato in un Paese con elezioni presidenziali a suffragio universale diretto e che non ha mai subito un colpo di stato. Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana, ha invitato i cittadini del Senegal a trovare una soluzione pacifica alla disputa politica. Secondo il politico, consultazione, comprensione e dialogo sono essenziali per raggiungere un accordo.

Infatti, all’annuncio di Sall, in tutto il Paese, sono esplose le proteste e si temono scontri violenti. Per questo occhi puntati sul Senegal, ritenuto uno degli stati africani occidentali più stabile, nonostante le sanguinose rivolte del 2021.

Elezioni presidenziali, dubbi sull’integrità dei giudici

Il rinvio potrebbe essere causato dal conflitto interno fra l’Assemblea nazionale e il Consiglio costituzionale. Quest’ultimo ha convalidato, a gennaio, circa venti candidature e ne ha respinte dieci. Fra queste, quelle dei due leader di opposizione Ousmane Sonko, ora in carcere, e Karim Wade, attualmente ministro e figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade.

Il leader dell’opposizione Karim Wade ha messo in dubbio l’integrità dei giudici del Consiglio e a minacciato di fare ricorso. Così, su sua richiesta, l’Assemblea nazionale ha approvato la creazione di una commissione d’inchiesta che indaghi sul corretto processo di convalida delle candidature. I deputati presidenziali hanno accolto la richiesta e ciò ha fatto sorgere diversi sospetti.

Da qui, l’ipotesi che il rinvio delle elezioni possa essere una scusa per evitare la sconfitta del governo, poiché il candidato presidenziale e primo ministro, Amadou Ba, è contestato fra i membri del suo stesso partito.

Nei sondaggi, invece, l’antisistema, Bassirou Diomaye Faye, in carcere dal 2023, potrebbe essere un potenziale vincitore e il Consiglio ha convalidato la sua candidatura. In ogni caso, il rinvio del voto è ostracizzato da alcuni candidati dell’opposizione, che si sono riuniti a Dakar nella giornata di ieri per manifestare il loro dissenso.

Le proteste, però, hanno suscitato l’intervento della polizia, che ha disperso i manifestanti utilizzando granate lacrimogene e arrestato molte persone, tra cui l’ex primo ministro Aminata Touré. Stando a quanto sancito dal codice elettorale, la nuova proposta di legge che sposta le elezioni deve essere pubblicata non oltre 80 giorni precedenti alle elezioni stesse.

L’attuale capo di Stato, eletto nel 2012 e rieletto nel 2019, terminerà il suo mandato il prossimo 2 aprile, ma ha scelto di non ricandidarsi. Sall ha espresso “preoccupazione per il rinvio” e l’Unione africana ha chiesto alle autorità competenti di:

Organizzare le elezioni il prima possibile, in trasparenza, pace e armonia nazionale, perché la situazione politica un Paese il cui modello democratico è sempre stato lodato con grande apprezzamento, non può lasciare indifferente nessun africano