Parliamo del nuovo entusiasmante film “Povere Creature!”, del pluripremiato regista, che attualmente vanta il maggior numero di incassi in Italia superando i tre milioni.

Recensione “Povere Creature!”, trama

Due occhi smeraldo dal bagliore incantevole spiccano di luce vibrante su un viso dalla carnagione nivea, accostati a una lunga cascata di capelli bruni.  

Sono gli occhi di Emma Stone che nei primi minuti di “Povere Creature!” (ispirato all’omonimo romanzo di Alasdair Gray), il nuovo film del visionario Yorgos Lanthimos, perdono colore in un preludio di scene in bianco e nero che gettano l’ancora per lasciarci incatenati allo schermo mentre questa incredibile storia prende forma. 

In una Londra dell’800 Victoria Blessington (Emma Stone) ritorna in vita col nome di Bella Baxter per scelta del medico e scienziato Godwin Baxter (Willem Dafoe), dopo essersi buttata volontariamente tra le braccia della morte facendo un tuffo nel Tamigi.

In un giorno come tanti il dottor Baxter ritrova per caso il corpo senza vita di Victoria sulle sponde del fiume, non conoscendone l’identità, e decide di portarlo con sé per esaminarne le spoglie. 

Scoprendo dunque che il cadavere aveva in grembo un feto ancora vivo, una folgorante idea gli sobbalza in mente: tentare di riportare la donna in vita, trapiantandole in testa però il cervello del bambino dopo aver eseguito un parto cesareo. 

Inaspettatamente, l’esperimento funziona e lo stravagante dottore si ritrova a fare da padre a una strana creatura col corpo di donna ma con la mente di un infante. 

Decide di chiamarla Bella e man mano che questo bizzarro esperimento cresce, nota da subito una spiccata propensione alla curiosità, all’avventura, al carattere individualista e ribelle.  Così chiede aiuto a un suo studente di medicina, Max MacCandles (Ramy Youssef), per tenere nota di ogni cambiamento e progresso.

Tra i due nasce da subito un profondo legame, dove lui si misura con sentimenti nuovi di tenerezza e apprensione non riuscendo a resistere all’improvviso impulso di prendersi cura di un altro essere umano.
Durante la maturazione di Bella, con lei matura anche la fotografia di questa singolare pellicola coi colori che ritornano protagonisti e divengono, passo dopo passo, sempre più vividi. 

Con la scoperta ingenua dell’autoerotismo, l’esistenza della donna cambia drasticamente portandola a una curiosità sempre più marcata e a una fame insaziabile di conoscenza. Ed è qui che decide di scappare con l’avvocato Duncan Wedder (Mark Ruffalo), spudorato donnaiolo, in cui si imbatte per caso mentre lui è in visita a casa del dottor Baxter.

Proprio in questo momento, entra in scena la vera anima di questo film: la maturazione e la rapida crescita di una donna forte e indipendente, che impara a conoscere il mondo mentre prende coscienza della complessità delle emozioni umane.

“Povere creature!”, critica

Come in un sogno dal quale non riesci a svegliarti, Lanthimos ci regala una rappresentazione grottesca frutto di un inconscio senza freni. Dialoghi dirompenti, immagini che sembrano dipinte da Manet, Dalì e Frida Kahlo.

Questa potrebbe essere la storia di una rivendicazione femminile, di una battaglia alla conquista della propria autonomia di spirito, se non fosse che Bella non è altro che il risultato del cervello di un bambino maschio trapiantato nel corpo di una donna. A ricordarcelo per buona parte di questo film, sono l’incerta postura fanciullesca e un eloquio dapprima infantile.

In questa favola per adulti, un po’ come nella realtà, le donne non soltanto non hanno diritto alla vita, o alla sessualità o una propria morale, ma neanche all’abbandonarsi all’oscurità profonda della morte.
Ma la protagonista lotta con naturalezza e determinazione, affinché sia lei a scrivere le sorti del suo destino.

E se la soluzione a questa eterna guerra tra uomo e donna, maschile e femminile, fosse semplicemente l’unione di entrambi gli universi ancora troppo inesplorati?

Il regista, dopo lungometraggi come Dogtooth, The Lobster, il Sacrificio del Cervo Sacro, ci regala la più eccentrica e meravigliosa delle sue “creature” con una Emma Stone in un’interpretazione di rara bravura.