Si è spento nella sua casa a Ginevra, l’ultimo re d’Italia, Vittorio Emanuele di Savoia. L’erede della longeva casata è morto all’età di 86 anni, dopo una travagliata e chiacchieratissima vita segnata da pettegolezzi e dall’altrettanto lungo processo per la morte del 19enne Dirk Hamer. Il colpo di proiettile, la confessione, la gira in barca… e in un attimo una vita spezzata, ma chi è Dirk Hamer?
Chi è Dirk Hamer, per la cui morte è finito a processo Vittorio Emanuele?
È l’agosto 1978 in Corsica. Un gruppo di giovani amici decide di rilassarsi con una gita notturna in barca, la notte fra il 17 e il 18, costeggiando le sponde dell’isola di Cavallo. Del gruppo fa parte anche il 19enne Dirk Hamer, di Heidelberg, in Germania. Il ragazzo è figlio del controverso medico e teologo Ryke Geerd Hamer e di Sigrid Oldenburg, anche lei medico.
La giovane coppia aveva quattro figli tra cui Birgit, diventata miss Germania del 1976, Dirk, appunto, giovane atleta vitale e brioso, Ghunield e Berni. La famiglia decide di trasferirsi, poi, in Italia, a Roma, perché il dottore voleva allargare il suo giro di affari.
Cosa sia accaduto realmente la notte fra il 17 e il 18 agosto 1978 in Corsica è frutto della ricostruzione processuale che ha visto al banco degli imputati l’allora in esilio Vittorio Emanuele di Savoia, accusato di aver esploso il colpo che avrebbe ucciso il giovane Dirk.
Cosa accadde la notte fra il 17 e il 18 agosto 1978?
Alla fine dello scorso luglio 2023, la sorella di Dirk Hamer, Birgit, ha pubblicato un libro dal titolo “Il principe. La vera storia di Vittorio Emanuele“, dove racconta i tragici momenti ai quali ha assistito su quella barca.
Instancabilmente, per anni, la donna ha condotto una articolata battaglia legale contro l’erede di Casa Savoia, culminata, nel 1991, con l’assoluzione dell’ultimo re d’Italia. Ma cosa accadde davvero quella notte?
Il gruppo del quale faceva parte Dirk si trovava a navigare le acque attorno all’isola Cavallo, in Corsica, su una barca, il Mapagia. Nello stesso momento, solca le onde anche lo yacht di Vittorio Emanuele, il Coke, di proprietà di Nicky Pende, ex marito di Stefania Sandrelli.
Stando alle ricostruzioni, a un certo punto, gli ospiti del Coke decidono di “prendere in prestito” il gommone Zodiac appartenente a Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele, e di raggiungere il porto dell’isola. Ma, la cosa non piace all’esiliato erede al trono, che si arma con la sua carabina e sale sul Coke per chiedere spiegazioni.
La discussione degenera in breve tempo e con l’intenzione di “intimorire gli avversari” – stando a quanto raccontato dallo stesso Vittorio Emanuele – il Savoia spara un colpo di pistola. Il proprietario dell’imbarcazione, Nicky Pende, si lancia sull’uomo, forse per strappargli la pistola, però, durante la colluttazione viene esploso un altro colpo.
Questo secondo proiettile ferisce gravemente alla gamba Dirk Hamer, che in quel momento dormiva insieme ai suoi amici sulla barca vicina. Il colpo trancia di netto l’arteria femorale del ragazzo e la pallottola si pianta nel coccige.
La morte di Dirk Hamer e l’inizio del lungo processo
In preda al terrore, il 19enne viene trasportato d’urgenza all’ospedale di Ajaccio e poi a quello di Marsiglia. Le condizioni di salute di Dirk si aggravano sempre di più e in maniera sempre più rapida. Si tenta un ultimo, disperato, intervento in una clinica di Heidelberg in Germania, città natale della famiglia.
Purtroppo Dirk Hamer muore l’8 dicembre 1978, dopo 4 mesi di agonia. La famiglia è straziata dal dolore, ma insieme alle due figlie, denunciano Vittorio Emanuele e lo accusano di omicidio. La madre, Sigrid, non assisterà mai alla fine del processo: morirà, infatti, il 16 aprile 1985 per un’infarto.
Dal canto suo, l’erede dei Savoia viene arrestato, ma nega tutte le accuse. Si occupa del processo la giustizia francese, poiché il fatto è avvenuto in territorio francese. La linea di difesa dell’imputato si basa sulla presunta “diversità” dei proiettili esplosi dalla sua pistola con quello ritrovato nel corpo di Dirk. Vittorio Emanuele, inoltre, parla di “complotto” e di “anomalie” nell’istruttoria processuale.
Su questo, i suoi avvocati costruiscono la tesi che il colpo mortale sia stato sparato da qualcun altro, probabilmente durante la colluttazione con Pende. Impossibile, per di più, per la polizia francese poter effettuare i rilievi sullo yacht del Savoia, poiché fatto immediatamente smantellare, prima della perquisizione.
Il processo si conclude dopo 13 anni di battaglie: nel novembre 1991, la Corte d’Assise di Parigi assolve Vittorio Emanuele di Savoia dall’accusa di omicidio e condannato a soli 6 mesi di carcere per porto illegale di arma da fuoco.
La confessione incriminante
Il 21 giugno del 2006, Vittorio Emanuele si trova in carcere a Potenza per un altro processo giudiziario: il Caso Vallettopoli, sotto inchiesta del pm John Woodcock. Il Savoia sta chiacchierando con i suoi compagni di cella, quando dichiara di esser riuscito a “fregare il tribunale francese” e di aver, quindi, davvero ucciso lui il 19enne Dirk Hamer.
L’affermazione viene intercettata all’insaputa dell’erede della casata. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano italiano “La Repubblica“, Vittorio Emanuele ha ammesso che:
Quell’incidente mi ha rovinato la vita e distrutto la reputazione. La gente mi giudicò senza attendere la sentenza
La sentenza parigina, infatti, torna sotto i riflettori della cronaca e del gossip, insieme a tutta la vicenda della morte del ragazzo tedesco.
Anche se avevo torto devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga
Una confessione – inconsistente e manipolata secondo Vittorio Emanuele – che ha permesso al gip Rocco Pavese di rifiutare la richiesta di revoca del divieto di espatrio.
La rivincita di Birgit Hamer
Birgit Hamer, sorella del giovane che ha tragicamente perso la vita, è sempre rimasta ferma sulla sua posizione: Vittorio Emanuele è colpevole. Dal suo libro “Il Principe – La vera storia di Vittorio Emanuele“, curata da Beatrice Borromeo Casiraghi, è nata anche una miniserie Netflix in tre episodi che racconta il caso.
La donna, dopo aver richiesto e ottenuto il video completo dell’intercettazione, ha dichiarato:
Quella che per noi è una confessione, per lui è un vanto: ride del fatto che ha ucciso un ragazzo
Già nel 2011, Birgit aveva pubblicato il libro “Delitto senza castigo“, nel quale aveva raccontato diversi retroscena della vicenda giudiziaria che ha toccato da vicino la sua famiglia. La pubblicazione, però, le era costata un’accusa per diffamazione da parte dello stesso Vittorio Emanuele, poi respinta dal tribunale. Nel 2017, la Cassazione ha condannato Vittorio Emanuele a 2 anni di carcere per calunnia nei confronti di Birgit Hamer.