Lo stupro a danni di una 13enne a Catania, avvenuto nella notte del 30 gennaio per mano di un gruppo di minorenni, ha sollevato diverse polemiche all’interno della politica italiana.
Non si discute la gravità e la delicatezza della situazione che ha coinvolto la vittima, ma nelle dichiarazioni che si stanno susseguendo ognuno propone una soluzione diversa a seconda del proprio schieramento politico. Se il ministro Calderoli (Lega) si dice favorevole alla castrazione chimica dei responsabili, Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra chiede che sia fatta giustizia, non accanimento giudiziario.
Stupro Catania, Faraone (IV): “Salvini fa solo speculazioni”
La prima reazione politica alla notizia dello stupro di Catania era arrivata dalla premier Giorgia Meloni, ieri in visita ad una gigafactory di Enel nella città siciliana. Meloni aveva promesso che lo stato avrebbe garantito la sua presenza e avrebbe fatto giustizia, mentre oggi altri politici hanno voluto dire la loro sulla vicenda.
A seconda del partito si leggono o si ascoltano dichiarazioni di tenore diverso. Mentre emergono i primi dettagli del dramma vissuto dalla 13enne e dal suo fidanzato 17enne (tenuto fermo da 5 ragazzi mentre altri due violentavano la vittima), il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli propone una punizione esemplare ai danni degli aggressori:
Personalmente ritengo lo stupro equiparabile per gravità all’omicidio, lo ritengo il più orribile dei delitti perché equivale a togliere una vita, perché uccide l’anima, perché toglie il futuro alla vittima. Per arginare questo orrore sono stato il primo, in passato, a proporre la castrazione chimica, temporanea e reversibile, nell’interesse in primis di una società che non può avere in giro soggetti dalle pulsioni incontrollabili, ma ancora di più a tutela degli autori di questi reati, anche quando sono minorenni.
L’abbassamento del testosterone causerebbe una diminuzione della libido maschile e di conseguenza le pulsioni nel commettere violenze. A tal proposito quest’assunto è molto dibattuto e diversi non sono convinti dell’efficacia della castrazione chimica.
Seguendo le parole del leader leghista Salvini, Calderoli critica anche il fatto che i 7 arrestati (di nazionalità egiziana) sarebbero arrivati in Italia irregolarmente:
In questo caso specifico, nell’orrore avvenuto a Catania, ritengo però doverosa una riflessione: questi sette accusati sono tutti ragazzi egiziani entrati irregolarmente sul nostro territorio, ragazzi che abbiamo accolto nelle comunità, cui abbiamo dato la possibilità di costruirsi un futuro qui da noi facendoli studiare, avviandoli a una professione, e questo è il modo di ringraziare chi li ha accolti? Per loro è questa l’integrazione?
Una ricostruzione che Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, ribalta e reputa utile solo a far polemica politica:
Oggi i giornali riportano che gli stupratori di Catania sono arrivati in italia in tempi diversi, alcuni anche sotto il governo Meloni, quello che avrebbe dovuto contenere gli sbarchi. Ma che politica è quella che si divide su questo? Andare a guardare l’anno dello sbarco per speculare e guadagnare qualche voto, invece di preoccuparsi di come gestire questo fenomeno, con l’integrazione, la garanzia della sicurezza e la pena certa al di là della nazionalità.
Tocca a Luana Zanella, di Alleanza Verdi e Sinistra, controbattere all’idea di Calderoli sulla castrazione chimica:
Stavolta scende in campo il ministro Calderoli per riproporre il mantra del celodurismo leghista, la castrazione chimica: io dico basta alla propaganda sul corpo vivo delle donne. Occorrono soluzioni affinché i maschi accettino l’indipendenza e la soggettività femminile. Calderoli, invece, pensa alla vendetta: scusi ministro, come intende impedire le violenze con la castrazione chimica? Agendo forse anticipatamente e in modo indiscriminato? Basta sciocchezze.