Quella tra M5S e Pd sembra essere un’alleanza che non piace alla base grillina o almeno questa è la sensazione che si avverte.

Nel suo intervento a Faenza, ieri 3 febbraio, il leader dei cinquestelle Giuseppe Conte è stato accolto dai circa 1500 partecipanti al congresso regionale del partito con slogan e cartelli che recitavano “Mai alleanze con il Partito Democratico”.

Forse è in quegli slogan e in quei cartelli che bisogna cercare la ragione della reticenza da parte di Giuseppe Conte, ad accettare un accordo strutturale con il Partito Democratico?

M5S e Pd un’alleanza che non piace alla base grillina, Conte rassicura: “Nessuno ci imporra un abito che ci stia stretto”

Il malcontento della base su una possibile alleanza con M5S-Pd potrebbe sicuramente essere una spiegazione all’atteggiamento dell’ex premier che a volte sembra chiudere la porta a possibili alleanze e altre volte, invece, apre a spiragli di trattativa.

Conte rassicura i suoi sostenitori sulla liberta e l’autonomia di scelta del partito all’interno di un’eventuale coalizione sottolineando come nessuno imporrà al Movimento “un abito” troppo stretto.

Intanto, va anche registrato che mentre alle presentazioni ufficiali di libri di ex ministri si litiga pubblicamente, poi però quando serve l’accordo per ‘correre insieme’ alla fine lo si riesce a trovare. O almeno così è stato fino ad ora nelle prime due regioni chiamate al voto, la Sardegna e l’Abruzzo.

Infatti, nonostante i litigi, reali o presunti, in queste due regioni il campo largo è riuscito a compattarsi intorno a dei candidati unitari, Alessandra Todde in Sardegna e Luciano D’Amico in Abruzzo. E in Abruzzo è attesa oggi anche la segretaria del Pd Elly Schlein.

Alleanza con il Pd, le condizioni di Conti: “Pari dignità e libertà di agire nel rispetto dei nostri principi e valori”

Congetture e supposizioni a parte, volendo restare ancorati ai fatti, nel suo intervento a Faenza Giuseppe Conte ha dettato le sue condizioni per una possibile alleanza tra Pd e M5S. La prima condizione riguarda il riconoscimento da parte degli alleati di pari dignità politica. La seconda riguarda la libertà di agire nel “pieno rispetto e nella piena coerenza dei nostri principi”.

Queste le parole del presidente Giuseppe Conte:

“Noi siamo nel campo progressista. Siamo una forza progressista. Questa formula ci deve dare la libertà, e ce la dobbiamo prendere, di poterci muovere nell’area progressista nel pieno rispetto e nella piena coerenza dei nostri principi e dei nostri valori. Senza che nessuno ci imponga un abito che ci sta stretto”.

Insomma, Conte chiede e pretende rispetto dagli alleati con cui dice non c’è stato alcun litigio.

Il leader pentastellato, infatti, dopo la rivendicazione di indipendenza e autonomia ha anche aperto uno spiraglio agli alleati dicendo di essere disponibile a sedersi a tutti i tavoli purché la base del confronto non siano i nomi da mettere in campo, quanto i progetti, nelle Regioni come nei Comuni.