Nella serata di ieri, sabato 3 gennaio 2024, nel carcere di Verona è stato rinvenuto senza vita, all’interno della propria cella, un detenuto di origini ucraine: l’uomo è morto suicida. Si tratta della 14esima persona che dall’inizio del 2024 si è tolta la vita in prigione. I soccorsi della Polizia penitenziaria e del personale sanitario si sono rivelati inutili.
Verona, detenuto si suicida in carcere: che cos’è successo
A fornire la notizia del detenuto suicida in carcere a Verona è stato, con una nota ufficiale, Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Nel comunicato reso noto questa mattina, ha fatto sapere che un uomo di origini ucraine, intorno alle 20 di ieri sera, si è impiccato nella sua cella della sezione infermeria.
È il quinto caso in poche settimane all’interno del penitenziario scaligero. De Fazio ha riferito che gli agenti hanno ritrovato il detenuto ormai privo di vita. Ha aggiunto che per lui non c’era più nulla da fare. I soccorsi da parte degli esperti si sono rivelati inutili.
Il detenuto è morto nella serata di sabato 3 febbraio 2024 nel carcere di Verona, come riferito sempre dal Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, circa un mese fa si era inferto da solo un taglio alla gola.
Proprio a seguito di tale gesto autolesionistico l’uomo era stato ricoverato in ospedale. Purtroppo non è la prima volta che, dall’inizio dell’anno, si verificano episodi di questo genere.
A gennaio abbiamo parlato di Michele, uomo di 65 anni che si è tolto la vita in carcere ad Imperia. Egli era stato accusato del tentato omicidio dell’ex moglie, una donna di 57 anni, avvenuto a Pietra Ligure, località in provincia di Savona.
Anche in quel caso gli agenti della Polizia penitenziaria si sono accorti dell’accaduto quando ormai era troppo tardi. Stando a quanto riportato da diversi quotidiani locali il 65enne si sarebbe impiccato.
La nota della Uilpa Polizia Penitenziaria
Gennarino De Fazio non ha solo raccontato quanto accaduto nella serata di ieri nel carcere scaligero, ma ha anche denunciato una situazione che va avanti ormai da troppo tempo. Ha lanciato un vero e proprio allarme.
Il Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria si è fatto portavoce nell’esprimere la situazione di grande disagio in cui si trovano molte carceri italiani. Le problematiche non riguardano solo i detenuti, ma anche gli agenti che lavorano proprio in questi luoghi.
Nella nota si legge:
Nostro malgrado, la carneficina nelle carceri del Paese continua. Così come proseguono il malaffare, le risse, le aggressioni alla Polizia penitenziaria, il degrado e molto altro ancora. Pure un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria due settimane fa si è tolto la vita.
Il segretario della Ulpa Pp ha parlato anche delle ultime mosse del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il politico, dopo le dichiarazioni rilasciate in occasione della relazione al Parlamento sull’amministrazione della giustizia ha
parzialmente corretto il tiro rispetto alla drammatica piaga delle morti in carcere.
Tuttavia, come si legge nella nota, ciò non basta a modificare il quadro che si presenta ancora molto grave. De Fazio ha riferito che non bastano le dichiarazioni di intenti e i progetti di ampio respiro. Questi ultimi potrebbero alla fine non essere così producenti come si spera.
Ha dunque ribadito la necessità di intervenire immediatamente, con leggi, disposizioni e decreti mirati per il mantenimento e lo sviluppo delle strutture carcerarie presenti sul nostro Paese, da Nord a Sud. Allo stato attuale i problemi sono ancora tanti e minacciano lo stesso sistema.
Nella comunicato di questa mattina il segretario della Ulpa Pp ha mandato una richiesta al ministro Nordio e a tutto il governo Meloni. Ha chiesto di varare un decreto carceri al fine di
consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, alla sola Polizia penitenziaria mancano 18mila unità, e il deflazionamento della densità detentiva, sono 15mila i ristretti in più, pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti.
Allo stesso tempo, ha concluso De Fazio, il Parlamento dovrebbe approvare una legge che porti davvero ad un punto di svolta. Episodi come quello che si è verificato ieri sera nel carcere di Verona non si devono verificare più.
La nota si conclude con queste parole:
Parallelamente il Parlamento approvi una legge delega per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Ogni giorno che passa i morti aumentano.