Si chiama Dani Moh’d Hakam Taleb ed è di origini italo-giordane e palestinesi, il ragazzo di 22 anni fermato con l’accusa di attentato con finalità terroristiche aggravato per aver lanciato delle molotov contro il consolato Usa di Firenze di notte, mettendo a rischio la pubblica incolumità. Ciò che gli inquirenti stanno cercando di capire è se abbia agito da solo o con l’aiuto di uno o più complici.
Chi è il 22enne fermato per il lancio delle molotov contro il consolato Usa a Firenze
Dani Moh’d Hakam Taleb vive a Dicomano, nel Mugello, ma per diversi anni ha risieduto a Firenze, dove è impiegato come receptionist di un hotel a cinque stelle. Ha 22 anni e negli scorsi giorni è stato fermato per aver lanciato delle molotov contro il consolato Usa di Firenze.
A renderlo noto è Il Corriere della Sera, secondo cui avrebbe programmato l’agguato nei minimi dettagli. I fatti risalgono alla notte di mercoledì scorso, 1 febbraio. Dopo essere uscito di casa attorno alle 2.46, il ragazzo si sarebbe recato prima in Lungarno Vespucci e poi in via Fratelli Rosselli, in Corso Italia e in via Palestro.
Attorno alle 3.29 l’attentato, ripreso da due telecamere di videosorveglianza installate nei pressi del consolato. Poi la fuga verso una struttura ricettiva di via Solferino prenotata per l’occasione. Sembra che fosse solo, ma non si esclude che possa aver agito nel nome di un gruppo.
Nel corso di una perquisizione effettuata nella sua abitazione, gli inquirenti avrebbero infatti trovato il giubbotto indossato dall’uomo che compare nel video di rivendicazione apparso sul canale Telegram “The whole world is Hamas” (l’organizzazione islamica al centro del conflitto israelo-palestinese. Una circostanza che, secondo chi indaga,
consente di ipotizzare alternativamente o che il video sia realizzato con la partecipazione dell’indagato o che lo stesso costituisca parte di un gruppo di soggetti dotati anche di abbigliamento identificativo comune.
Sul cellulare del 22enne gli inquirenti avrebbero anche trovato due video della rivendicazione “effettuati in data anteriore rispetto alla pubblicazione sui canali Telegram”.
Il video di rivendicazione
Dopo essere stato rintracciato, negli scorsi giorni il ragazzo è stato arrestato e trasferito in carcere: se fosse rimasto in libertà avrebbe potuto darsi alla fuga, rendendosi irriperebile. Soprattutto se, come si pensa, abbia contatti con l’estero.
Nel video a cui potrebbe aver preso parte, reso pubblico negli scorsi giorni, viene mostrato uno scorcio dell’ufficio diplomatico di Firenze. Poi c’è una figura scura che, con la voce alternata e metallica, annuncia: “Solo come avvertimento. Se l’Italia e l’Europa continueranno a sostenere i crimini di Israele e Usa inizieremo con la prima vera operazione”.
Una minaccia, a cui seguono gli screenshot della notizia dell’attentato riportata da vari organi di informazione. Infine, il riferimento all’organizzazione: “Sappiate che per ogni civile palestinese ucciso si crea un nuovo combattente di Hamas nel mondo”. E la delucidazione: “Non siamo Hamas. Siamo con Hamas“.
Massima attenzione
Da mesi gli obiettivi che potrebbero finire nel mirino dell’offensiva islamista sono stati posti sotto controllo. Tra essi rientrano proprio le sedi diplomatiche, di Israele in primis, ma anche quelle americane e di altri Paesi vicini. Il livello di allerta resta massimo.
Intanto il 22enne è recluso a Sollicciano: è probabile che nelle prossime ore si decida di ascoltarlo, nella speranza che possa fare luce sul blitz degli scorsi giorni e su eventuali complici, chiarendo una volta per tutte se la sua sia stata un’azione isolata oppure inserita nel disegno più ampio di un’organizzazione.
Intercettati dai giornalisti, alcuni conoscenti lo hanno descritto come un ragazzo “tranquillo” ed “educato”, che non aveva mai dato problemi. Il sindaco di Dicomano, Stefano Passiatore, ha detto di non conoscerlo e di essere dispiaciuto e sorpreso per l’accaduto.