È un racconto scioccante, quello fatto dalla ragazza di 13 anni che negli scorsi giorni ha subito uno stupro di gruppo davanti agli occhi del fidanzatino nei giardini di Villa Bellini, a Catania. A riportarlo è La Repubblica, secondo cui tre dei sette ragazzi fermati sarebbero minorenni.
Il racconto shock dello stupro di Catania
I fatti risalgono alla sera del 30 gennaio scorso. La ragazza e il fidanzatino, di 17 anni, si erano dati appuntamento per una passeggiata al chiaro di luna tra il verde di Villa Bellini, nel centro di Catania quando, all’improvviso, erano stati accerchiati da un gruppo di malintenzionati.
Prima hanno iniziato a toccarmi, io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato gliel’ha detto non so quante volte. Allora abbiamo provato ad allontanarci, ma quelli ci hanno afferrato,
ha raccontato lei a La Repubblica, spiegando di aver provato invano ad urlare e a divincolarsi dalle braccia dei ragazzi che la circondavano con l’aiuto del fidanzato, che era stato poi costretto a guardare mentre due dei sette la violentavano. “Lui si disperava, mentre io urlavo ‘lasciatemi, vi prego'”, ha aggiunto.
Un vero e proprio incubo, terminato quando i due erano finalmenti riusciti a scappare e a mettersi in salvo: una volta raggiunta via Etnea, avevano chiesto aiuto a dei passanti, raccontando loro quanto appena vissuto. Pochi attimi dopo un’ambulanza era arrivata a soccorrerli.
I carabinieri si erano invece messi sulle tracce dei responsabili. Nel giro di 24 ore, dopo averli individuati, li hanno rintracciati tutti. Si tratta di sette ragazzi di origini egiziane, di cui tre minorenni: sono accusati di violenza sessuale di gruppo.
Contro di loro, secondo Palermo Live, ci sarebbero anche delle prove scientifiche: sul luogo dell’aggressione i carabinieri del Ris avrebbero infatti isolato delle tracce biologiche, risalendo al profilo genetico di coloro che hanno stuprato la giovane mentre gli amici tenevano fermo il ragazzo.
Gli stupri di Palermo e Caivano
Una vicenda terribile, come quella che a Palermo aveva coinvolto una ragazza di 19 anni, sequestrata e stuprata dal gruppo dopo una festa in discoteca. Quella sera avrebbe dovuto incontrare il ragazzo di cui si era innamorata e che conosceva da tempo: non poteva sapere che le avrebbe teso una trappola.
Quando era arrivata nel locale in cui avevano concordato di vedersi, aveva scoperto che con lui c’erano altri ragazzi: sette, in totale, quelli che, dopo averla fatta ubriacare, l’avevano portata al Foro Italico e violentata in favore di camera, per poi abbandonarla, ancora sconvolta, a bordo strada.
Dopo essere stata soccorsa la giovane aveva trovato il coraggio di denunciarli, facendoli finire in manette. Così come sono finiti in manette i nove ragazzi (sette minorenni e due maggiorenni) accusati di aver violentato due cuginette di 10 e 12 anni al Parco Verde di Caivano.
Violenze che si sarebbero protratte per almeno tre mesi, all’insaputa dei genitori delle ragazzine, picchiate e abusate nei pressi di un campo da calcio e di una discarica abusiva del Napoletano dopo essere state attirate in una trappola. Violenze che erano venute alla luce quando un conoscente delle loro famiglie si era fatto avanti e ne aveva parlato.
Le piccole vittime non ne avevano avuto il coraggio: oltre ad essere minacciate con bastoni e sassate, venivano riprese in video hard. I loro stupratori gli dicevano che se avessero raccontato qualcosa a qualcuno li avrebbero diffusi.
Il sospetto è che abbiano approfittato anche di una terza ragazza di 13 anni che compare in dei filmati rinvenuti sul telefono cellulare di alcuni di loro e in cui si sentono le voci di almeno tre dei fermati. Mentre gli inquirenti indagano, le cuginette sono ospiti di una comunità protetta: nelle rispettive case non sarebbero al sicuro.