Com’è ormai noto, le stablecoin sono criptovalute che si propongono di apportare stabilità ad un sistema, l’innovazione finanziaria, che soffre spesso e volentieri in tal senso. Le fibrillazioni tipiche del mercato criptovalutario, in particolare, rendono praticamente sconsigliabile l’utilizzo di asset digitali a tutti coloro che si tengono di norma lontani da beni rischiosi e allontana in maniera indefinita l’adozione globale spesso evocata dai criptofans.

Anche Yeti Finance si è voluto misurare con questo particolare ambito, presidiato da veri e propri giganti, a partire da Tether. Lo ha fatto proponendo yUSD, una stablecoin da non confondere con YETI, il token dell’omonimo protocollo. In questa guida andremo quindi a cercare di capirne le caratteristiche salienti, oltre ai vantaggi e ai rischi che propone ai suoi detentori.

yUSD: cos’è e cosa si propone

yUSD è una stablecoin emessa da Yeti Finance sulla Avalanche C-Chain e, come consuetudine per le criptovalute che si propongono la stabilità, è ancorata ad un bene reale. Questo bene è il dollaro statunitense e yUSD si presenta alla stregua di stablecoin sovracollateralizzata. Cosa significa? Molto semplicemente che il denaro reale presente nelle riserve dell’azienda è in quantità superiore a quello emesso sotto forma di valuta virtuale.

Si tratta di una precisazione di grande rilievo, alla luce di alcune clamorose vicende del recente passato, a partire dal crac di Terra (LUNA), il progetto lanciato da Do Kwon che con il suo fallimento ha praticamente polverizzato miliardi di dollari degli investitori.

Occorre peraltro sottolineare che Yeti Finance svolge periodicamente gli esami relativi alle proprie riserve, proprio per cercare di dare il massimo di garanzie agli utenti. Un monitoraggio condotto sin dal 2022, l’anno in cui l’azienda ha lanciato il progetto.

Come funziona yUSD?

Il funzionamento di yUSD è molto semplice e in linea con quello di progetti analoghi, come YAM. In pratica il suo prezzo deve essere sempre contenuto in un range che va da un massimo di 1,05 dollari ad un minimo di 0,95. Ogni volta che queste quote vengono toccate l’algoritmo su cui si fonda il token si attiva per riportare la situazione sotto controllo.

In particolare, nel caso in cui il prezzo di yUSD tocchi 1,05 dollari il programma inizia a vendere i coin, in modo da raffreddare il prezzo. Compiendo invece l’operazione inversa, ovvero l’acquisto di valuta, nel caso in cui il prezzo vada a toccare la soglia critica posta in basso, in modo da farlo risalire.

Un meccanismo già sperimentato, su cui continuano ad esserci notevoli dubbi, in quanto gravato da alcuni problemi rilevanti. Il primo dei quali è quello relativo alla possibile mancanza di liquidità, eventualità sempre in agguato per le stablecoin minori. Ad oggi, comunque, non sono da registrare episodi tali da destare preoccupazione per chi ha cambiato il proprio denaro reale in coin emessi da Yeti Finance. Tanto che yUSD prevede la conversione immediata da valuta virtuale a fiat.

Le prospettive per il futuro

yUSD si trova al momento al 7496° posto nella classifica di CoinMarketCap, con una capitalizzazione complessiva di poco superiore ai 200 milioni di dollari. Viaggia quindi su un piano ben distinto rispetto ai giganti del settore, dovendone scontare la maggiore forza di attrazione nei confronti degli utenti.

Al momento sembra difficile comprendere se questa stablecoin sia in grado o meno di spiccare il volo o restare un progetto di nicchia. A far propendere per la seconda ipotesi è il fatto di essere confinata in pochi exchange e di scarso rilievo.

Un fattore che potrebbe avvantaggiare yUSD è da ravvisare nel fatto che si tratta di un progetto completamente decentralizzato. Se l’emittente è nota, non esiste un ente centrali che decide sui suoi piani di sviluppo.

Inoltre, è possibile depositare il token nella Stability Pool di Yeti Finance, in modo da ricavarne un rendita passiva. Considerato l’interesse di molti investitori per lo Yield Farming, proprio questa caratteristica potrebbe aiutare yUSD a catturare l’attenzione degli stessi.