L’Italia dello sport si ritrova allo Stadio Olimpico per il match inaugurale del Sei Nazioni 2024 tra Italia e Inghilterra. Tantissime le personalità sportive che si affollano al ‘Terzo Tempo Village’, allestito allo Stadio dei Marmi antistante all’Olimpico e divenuto luogo di festa e condivisione per tutti gli appassionati di rugby.

Sei Nazioni 2024, le leggende Bergamasco e Ghirlandini:

Tantissimi tifosi, soprattutto bambini e famiglie, ormai una rarità sugli spalti di altre discipline, affollano il Terzo Tempo Village, allestito all’esterno dello Stadio Olimpico in vista della partita d’esordio dell’Italia nel Sei Nazioni, contro l’Inghilterra.

Il rugby conferma la sua natura fortemente popolare in Italia, grazie all’atmosfera gioiosa che lo accompagna, confermata proprio dagli stessi tifosi e dalle parole del presidente federale Marzio Innocenzi.

Ma tante sono anche le personalità dello sport che oggi hanno voluto essere presenti per questo importante appuntamento.

A partire da due vere e proprie leggende della ‘palla ovale’, Mauro Bergamasco e Leonardo Ghirlandini. Raggiunti dall’inviato di TAG24 Thomas Cardinali, i due confessano le loro aspettative per questo match inaugurale e per il cammino degli Azzurri in questa edizione del torneo.

Bergamasco, in particolare, non accetta chi dà l’Italia già in prima fila per aggiudicarsi il ‘cucchiaio di legno’, assegnato ironicamente alla squadra classificata ultima nel torneo.

“Siamo stati abituati che le ‘mission impossible’ non esistono. Sono missioni difficili, specialmente al Sei Nazioni perché giochiamo contro squadre di altissimo livello, che hanno più esperienza nel torneo. Però, se abbiamo anche solo un’opportunità, credo valga la pena sfruttarla, poi i conti si fanno alla fine. La Coppa del Mondo non ha soddisfatto le aspettative ma credo che, con un nuovo staff, ci siano nuove motivazioni per una nuova storia da poter scrivere“.

Gli fa eco Ghirlandini, che sottolinea l’importanza, nel rugby come nello sport in generale, della tenuta mentale e del collettivo. A questo proposito, non ha visto di buon occhio le troppe pressioni messe sulle spalle di singoli come Ange Capuozzo, grande assente nella sfida di oggi.

“Bisogna evitare di mettere troppa pressione a singoli come Capuozzo. Serve una risposta di squadra, soprattutto in un Sei Nazioni, un torneo molto lungo, dove si giocano tante partite molto intense, con squadre di altissimo livello. La cosa bella dello sport è che ti offre sempre una seconda chance e credo che oggi, dopo il mondiale, inizi un Sei Nazioni importante per la nostra nazionale in questo senso”.

Mastrangelo all’Olimpico per Italia-Inghilterra: “Impensabile l’Italia del volley fuori dalle Olimpiadi”

Si definisce, con la solita ironia, “un rugbista mancatoLuigi Mastrangelo, anche lui a Roma per l’esordio degli Azzurri, entusiasta per la bellissima giornata di aggregazione.

“Mi hanno detto che per ruolo, altezza e cattiveria agonistica avrei potuto far bene anche in questo sport”.

Con lui, però, è impossibile non scambiare qualche battuta sulle Olimpiadi che si svolgeranno a Parigi, con l’Italia del volley che non ha ancora staccato il proprio ticket per farne parte. Eliminazione della quale Mastrangelo non vuole proprio sentir parlare.

“La squadra e le potenzialità ci sono, quindi non posso immaginare un’Olimpiade senza l’Italia. Sono quei momenti in cui ci vuole poco sia per qualificarsi sia per uscire, ma è un obiettivo che non bisogna mancare. Ci sono possibilità di medaglie anche se ci sono nazionali molto forti. Ma quando si è lì, cambia tutto. L’Olimpiade è la manifestazione più bella, il massimo per un atleta, ed è un momento in cui tutti partono da zero”.

Una battuta, poi, sulla nazionale femminile, che ritrova in panchina quel Julio Velasco capace di portare sulla vetta del mondo la squadra italiana, da lui allenata tra il 1989 e il 1996, conquistando 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League.

“Velasco lo conosciamo benissimo. La pallavolo è diventata popolare in Italia grazie ai trofei vinti dalla nazionale allenata da lui, la cosiddetta ‘Generazione di fenomeni’. Lui può unire il gruppo perché sappiamo che si stava un po’ sgretolando. Il suo grande compito sarà questo”.

Unire il gruppo, da un lato, ma anche permettere a una campionessa indiscutibile come Paola Egonu di esprimersi al meglio.

“Dovrà mettere la Egonu nelle condizioni di fare ciò che sa fare, quei 20-30 punti che le consentivano di vincere le partite da sola”.

Sei Nazioni 2024, Rosolino sulle Olimpiadi di Parigi: “Italia del nuoto può fare meglio di Tokyo”

Presente all’Olimpico anche Massimiliano Rosolino che dice addirittura di “invidiare” al rugby la partecipazione di tante famiglie “pronte a tifare ma che poi, comunque vada, si ritrovano tutte insieme al ‘terzo tempo’“.

Anche con lui, come con Mastrangelo, si finisce col parlare di Olimpiadi, che hanno inevitabilmente la priorità sui Mondiali di nuoto che si disputano a Doha, importanti per Rosolino ma solo “perché i nostri protagonisti possono ‘testarsi’“.

Quando gli si chiede su quali Azzurri puntare, l’ex campione di nuoto non ha dubbi e mette in fila alcuni nomi sui quali ripone le sue aspettative e speranze.

“Abbiamo la conferma di Simona Quadarella, in una sorta di cambio di testimone con Alessia Filippi, perché ogni nuova generazione si augura di poter fare meglio rispetto a quella successiva. Quindi è vero che a Tokyo siamo andati bene ma penso che possa andare ancora meglio a Parigi. Gregorio Paltrinieri dovrà scegliere tra i 10 km, 1500 o gli 800, ma la decisione sarà soltanto sua. Nicolò Martinenghi avrà vita molto difficile sulla rana, ma è qui che si fa la differenza. E, infine, Thomas Ceccon va da protagonista perché non è più un ragazzino”.

Stefano Pantano: “Mercato Lazio? società ha ritenuto rosa ok, inutile comprare tanto per…”

Invidia per i sold out e l’atmosfera di “grande festa” la prova anche un altro campione dello sport italiano, l’ex schermidore Stefano Pantano.

Le Olimpiadi di Parigi vedranno la scherma italiana ancora protagonista e l’ex azzurro si augura di replicare i successi delle Olimpiadi di Tokyo.

“Siamo ancora in fase di qualificazione. Al momento ci sono tre squadre qualificate e speriamo di qualificarle tutte, come successo a Tokyo, e già quello sarebbe un gran successo perché si avrebbero più possibilità di medaglia”.

Sulle aspettative, Pantano si mostra prudente e realista. Nelle sue parole emerge chiaramente la volontà di non caricare di pressioni una squadra che ne avrà già abbastanza, rappresentando, come ricorda lui stesso, lo sport più medagliato d’Italia. Anche perché la concorrenza, negli anni, si è fatta decisamente più agguerrita.

“Ci sono anche gli avversari, diventati molto forti. È uno sport diventato ‘planetario’ perché, guardando i risultati delle ultime tre Olimpiadi, sono arrivate medaglie da tutti i continenti. Quindi la competizione è aumentata, ma vedere l’Italia sempre lì ci riempie d’orgoglio”.

Una battuta finale per l’altro, grande amore di Pantano: la Lazio.

Al malcontento dei tifosi biancocelesti per una campagna acquisti di gennaio deludente – l’unica squadra a non averne effettuati in tutta la Serie A – Pantano replica con la calma di chi ne ha viste tante e con la convinzione che gli uomini a disposizione di Maurizio Sarri possano competere per gli obiettivi stagionali.

“È sempre stato così a gennaio, quindi ho sempre poche aspettative dal mercato di riparazione, così alla fine non rimango deluso. E poi il mercato che conta è quello estivo. Evidentemente la società riteneva non servissero interventi. Capisco la delusione dei tifosi, ma anche comprare tanto per comprare non è giusto. Bisogna fissare obiettivi che realmente possano servire. La squadra può competere per arrivare tra le prime quattro, poi ci sono anche gli avversari e bisogna esser bravi a fare meglio degli altri”.