Alternativa Popolare, rappresentato dal suo Coordinatore nazionale giovani Christian Crispo, ha deciso di parlare con gli agricoltori che questa mattina e questo pomeriggio hanno protestato davanti al casello autostradale di Orte, in provincia di Viterbo.

I rincari di carburanti e mangimi, uniti all’alta pressione fiscale italiana, hanno causato un grande malessere nel settore agroalimentare italiano. Non aiutano le ultime decisioni in merito dell’UE e secondo Crispo ciò rappresenterebbe un danno per chi ogni giorno lavora per dar da mangiare a milioni di italiani: “I rincari uccidono le nostre aziende, bisogna controllare la grande filiera“.

Proteste Agricoltori, il coordinatore di AP Crispo: “Gli indennizzi sono troppo pochi”

La protesta rumorosa e partecipata degli agricoltori ad Orte è un segnale molto chiaro sulle difficoltà che una larga fascia del settore agroalimentare italiano sta vivendo in questo momento. L’idea dell’UE di destinare il 4% dei terreni agricoli al riposo è stata accolta dagli agricoltori europei con disappunto, ritenendo che questo andrebbe ad erodere i loro guadagni.

I rincari dei materiali e del gasolio, a seguito delle guerre in Ucraina e a Gaza, hanno posto un ulteriore peso sulle spalle degli agricoltori. Ad ascoltare le loro richieste oggi è stato Christian Crispo, il Coordinatore nazionale giovani di Alternativa Popolare.

Davanti ad alcuni trattori che hanno rallentato il traffico al casello di Orte, Crispo ha rimarcato ancora una volta le proposte che il leader di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, aveva lanciato durante l’ultimo congresso:

Durante il primo congresso programmatico nazionale di Alternativa Popolare il nostro segretario Stefano Bandecchi ha chiarito il fatto che a darci da mangiare quotidianamente sono i nostri agricoltori. Per farlo, forse, l’ultimo provvedimento dell’Unione Europea che rende il 4% dei terreni coltivabili non coltivabili, in tal senso è inadeguato, in cambio di un piccolo indennizzo. Un indennizzo che significa dire: “Io ti pago e tu non coltivi”. Questo non va sicuramente nel senso della tutela dei territori sostenibili e coltivabili.

La protezione dei terreni, in ottica della transizione ecologica, non deve quindi scontrarsi con la necessità per gli agricoltori (anche in Italia) di poter sostenersi nei confronti della concorrenza, rappresentata anche dalla grande distribuzione:

Abbiamo sentito le parole di un nostro coetaneo, che ha un’azienda di famiglia di agricoltura. Ha sollevato un problema fondamentale, quello dei rincari dei prezzi. Alternativa Popolare crede che vada ridotta la filiera, che vada monitorata la grande distribuzione così da evitare questi rincari che uccidono i nostri agricoltori.

Cristiano Rulli, vice coordinatore giovani del comune di Terni: “Il Made in Italy va tutelato”

Su tale lunghezza d’onda arriva l’intervento del vice coordinatore dei giovani del comune di Terni, Cristiano Rulli:

“Il Made in Italy va tutelato, perché non possiamo trovare sulle nostre tavole gli stessi prodotti che però non hanno le stesse discipline che noi diamo per scontate. La tutela del Made in Italy è molto importante, perché significa avere un cibo più sano e controllato“.