Dopo le dimissioni, le accuse. Vittorio Sgarbi ha lasciato il suo ruolo da sottosegretario alla Cultura ed indica come responsabile un ex collaboratore, Dario Di Caterino. L’uomo aveva collaborato alla gestione delle pagine social di Sgarbi per pochi mesi, per poi essere allontanato dal critico d’arte per alcuni comportamenti inappropriati.
Sgarbi critica poi “Report” ed “Il Fatto Quotidiano“, colpevoli di aver dato credito alla storia di un pregiudicato desideroso di vendicarsi del suo ex datore di lavoro.
Caso Sgarbi, è Di Caterino l’autore delle lettere all’Antitrust: “Report e Fatto Quotidiano hanno creduto ad un pregiudicato”
Con dei post sulle sue pagine X e Facebook Vittorio Sgarbi ha indicato la persona colpevole di aver scritto quelle lettere anonime arrivate all’Antitrust grazie anche all'”interessamento” del ministro Gennaro Sangiuliano: Dario Di Caterino, ex social media manager del critico d’arte all’epoca della candidatura alle elezioni amministrative del movimento “Io Apro Rinascimento”.
Un rapporto lavorativo che Sgarbi decise di troncare dopo poco tempo a causa del comportamento malevolo di Di Caterino, che in un’occasione avrebbe creato una mail a nome dell’ex sottosegretario senza il suo permesso, nascondendo inoltre il fatto di essere stato agli arresti domiciliari.
E’ Dario Di Caterino l’autore della lettera anonima. Pensava di non essere scoperto, ma dopo le prime verifiche (cui sono seguite le denunce) è stato presto individuato; solo allora, pensando forse di attenuare la sua posizione davanti all’autorità giudiziaria, ha dichiarato a «Il Fatto» di esserne l’autore, fingendosi (lui pregiudicato con diverse denunce alle spalle) quello che non era. Di Caterino non è mai stato il mio «Social Media Manager»; ha collaborato per pochi mesi nella gestione dei miei profili social per le riprese e il montaggio dei video. Non poteva fare altro, del resto, avendo anche seri problemi con la lingua italiana.
Sgarbi ha inoltre accusato Di Caterino di aver rubato diverse mail dall’account postale del Ministero della Cultura. La fonte alla base delle inchieste di “Report” e de “Il Fatto Quotidiano” smentisce queste accuse, confermando però di essere l’autore delle lettere ricevute dall’Antitrust:
Ho scaricato le mail, ma le password me le avevano date loro. C’era un accordo con Sabrina Colle per ricevere una parte dei proventi maturati dalla gestione dei canali social di Vittorio tramite la sua società Hestia. Li ho richiesti più volte, mai ricevuti.
Mentre le autorità giudiziarie continuano nelle loro indagini, nel governo arrivano i primi distinguo: il ministro Lollobrigida ha parlato di dimissioni inevitabili considerato l’atteggiamento di Sgarbi.