Cos’è la cattedra inclusiva? Lo scorso 25 gennaio un gruppo di docenti ed esperti ha presentato pubblicamente una proposta di legge che introduca nel mondo della scuola la “cattedra inclusiva” in ogni ordine e grado.
Si tratta dunque di un’iniziativa che tende a stravolgere soprattutto l’approccio al sostegno didattico in tutti i livelli di istruzione italiana.
L’idea pone le basi su alcuni test già messi in atto con successo su alcune scuole del nostro territorio. Quali sono le caratteristiche della “cattedra inclusiva”?
Cos’è la cattedra inclusiva: la proposta di legge
La proposta di legge che mira ad estendere in ogni scuola il concetto di cattedra inclusiva è stata presentata giovedì 25 gennaio 2024 allo spazio Esperienza Europa “David Sassoli” di Roma.
A sostenere l’iniziativa un insieme di esperti di inclusione in campo scolastico, tra cui figurano Raffaele Iosa, Paolo Fasce, Dario Ianes, Massimo Nutini, Evelina Chiocca, Nicola Striano, Fernanda Fazio.
Nel testo della proposta di legge viene spiegato come tutti i docenti debbano dedicare una quota del loro orario come sostegno, mentre chi ha ottenuto l’incarico di insegnante di sostegno potrà eseguire parte delle loro ore come insegnante ordinario.
Per far sì che ci sia questa reciprocità di ruolo, tutti i docenti saranno impegnati in un periodo di transizione della durata di 6 anni necessario per la formazione per essere in grado di esercitare le mansioni complementari. Inoltre l’iniziativa di destinare il personale oggi esclusivamente di sostegno per le lezioni comuni rientra in un più ampio progetto di ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto scolastico.
Secondo la proposta, tutti i docenti con almeno 60 anni di età o 25 anni di servizio saranno sollevati dagli obblighi della cattedra inclusiva.
Gli effetti positivi del progetto
Dario Ianes, professore di Pedagogia dell’inclusione alla Facoltà di Scienza della Formazione della Libera Università di Bolzano e cofondatore del Centro Studi Erickson di Trento, ha spiegato che l’iniziativa mira anche a dare nuovo lustro al sistema scolastico italiano. Attualmente infatti il ruolo dell’insegnante di sostegno è in netta crisi per mancanza di formazione, disponibilità e difficoltà di durata dell’incarico.
Oggi poi i docenti curriculari demandano completamente al collega tutta l’attività di sostegno ed inclusione.
Il concetto di cattedra inclusiva invece tende alla reciproca collaborazione e espande la funzione di sostegno a tutti gli insegnanti.
Si otterrebbe perciò un duplice effetto positivo. Se da una parte si dà maggior valore al ruolo del docente di sostegno, dall’altra il collega curricolare può sperimentare in prima persona l’attività di inclusività.
Oltretutto il docente curricolare non può esentarsi dall’occuparsi dell’istruzione di ogni studente della sua classe, senza tralasciare chi ha necessità di sostegno.
Ciò permette anche di condividere la responsabilità circa la formazione degli alunni che hanno bisogno di particolari tecniche di apprendimento. Un ulteriore vantaggio è la divisione del tempo tra le varie figure di riferimento.
L’alunno che necessiti di un certo numero di ore di affiancamento potrà quindi basarsi non più su un insegnante ma su diversi. Questo darebbe un enorme vantaggio nell’apprendimento poiché potrebbero variare le tecniche di approccio al sostegno.
D’altra parte l’insegnante oggi di sostegno sarà chiamato a svolgere l’attività curriculare davanti la classe al completo.
La proposta di “cattedra inclusiva” non modifica la composizione dell’organico né la funzione del GLO, Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione, nel valutare le specifiche esigenze di apprendimento del singolo studente con disabilità.
Il periodo di formazione e i costi
Perché il progetto risulti vincente si dovrà riconsiderare l’attività di formazione sia per i docenti non specializzati nel sostegno sia per chi non abbia ancora ottenuto l’abilitazione.
Si prevede dunque che ogni docente dovrà superare esami universitari per un totale di 60 crediti formativi con l’obbligo di presenza per almeno il 50% delle lezioni.
La stima sulla spesa di questo tipo formazione potrebbe arrivare a 150 milioni di euro all’anno, per un costo complessivo nell’arco dei 6 anni del progetto pari a 900 milioni di euro.