Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi si è dimesso dal suo incarico di governo con effetto immediato. Ad annunciarlo lo stesso Sgarbi, durante la sua partecipazione al festival “La Ripartenza” organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano.

Dimissioni Sgarbi, cosa cambia ora nel governo

Le dimissioni di Vittorio Sgarbi erano ormai un argomento molto chiacchierato non solo fra le forze d’opposizione, principalmente il M5S, ma anche fra le fila degli stessi partiti della maggioranza.

Da tempo era nota l’antipatia che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, diretto superiore dello stesso Sgarbi, mostrava per l’attività politica e mediatica dell’esperto d’arte (nonostante una recente difesa “d’ufficio”). Non sono ancora note le motivazioni dietro le dimissioni dell’ex sottosegretario: potrebbero pesare tanto l’ultima inchiesta di Report quanto le vicende ad un quadro che alcuni ritengono che Sgarbi abbia rubato.

In quest’ultimo caso a Macerata è stato sequestrato un quadro dalla casa di Sgarbi stesso, mentre per quanto concerne l’inchiesta di Report il critico d’arte si era lasciato andare ad espressioni particolarmente volgari.

Sgarbi ha affermato:

Comunico ai giornalisti, che se lo potevano aspettare, che mi dimetto da sottosegretario con effetto immediato. Nelle prossime ore scriverò una lettera alla Meloni. Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario. Uno nel suo privato può dire quello che vuole. Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque. Non rifarei l’intervista anche perché non l’ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo.

Ha poi aggiunto:

Mi dimetto e lo faccio per voi. L’Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che, avendo accolto due lettere anonime, che ha inviato all’antitrust il ministro della Cultura, in cui c’era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro.

Dimissioni Sgarbi, quali sono le motivazioni

Come appreso da Tag24, Sgarbi avrebbe deciso di annunciare le proprie dimissioni prima della sentenza dell’Antitrust (15 febbraio), che avrebbe a sua volta confermato l’incompatibilità fra attività governativa e quella da conferenziere.

Ciò ha permesso all’ex sottosegretario di andarsene prima di subire un qualunque atto formale da parte del governo, cioè un vero e proprio allontanamento. Tag24 ha anche appreso che Sgarbi non frequenta il Mic da 2 mesi, considerata l’aria pesante che si respira lì dentro: Sgarbi avrebbe accusato Sangiuliano di non averlo difeso da attacchi e polemiche durante questi mesi.

Un certo qual livore si nota ancora dalle parole di Sgarbi pronunciate durante l’incontro con Porro:

Con il ministro Gennaro Sangiuliano non ci parliamo dal 23 ottobre, quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime. L’Antitrust ha ritenuto le indicazioni di lettere anonime come delle indicazioni credibili e ha dichiarato l’incompatibilità.

Ha poi aggiunto il critico d’arte:

A questo punto mi tolgo di scena, ringrazio Meloni e i colleghi di governo, perché non hanno chiesto una anticipazione. Fino a oggi Meloni è sempre stata garantista. In questo momento non le chiedo niente, le invierò la lettera questa sera.

In più il critico d’arte avrebbe tacciato il ministro della Cultura di subire troppo l’ascendente della sorella di Giorgia Meloni, Arianna, che godrebbe di un certo potere all’interno del Mic.