Tutti pazzi per “Povere creature”: qual è il libro che ha ispirato il regista Yorgos Lanthimos? Ecco la trama e le differenze con il fortunatissimo film.

“Povere creature”, qual è il libro che ha ispirato il regista Lanthimos?

“Povere creature” è il film del 2023 diretto da Yorgos Lanthimos che sta riscuotendo un grandissimo successo a livello internazionale: la sua storia è ispirata ad un libro?

Scopriamo insieme tutti i dettagli e le curiosità per conoscere meglio le vicende narrate all’interno della pellicola che ha come protagonisti Emma Stone, Mark Ruffalo e Willem Dafoe e che ha già conquistato diversi prestigiosissimi premi (Leone d’Oro al Festival di Venezia come miglior film, Golden Globe 2024 per la categoria miglior film commedia o musicale e ben 11 candidature agli Oscar).

La pellicola è tratta dal libro omonimo “Povere creature!” dello scrittore, illustratore e pittore scozzese Alasdair Gray, pubblicato nel 1992, che nello stesso anno, ha vinto il Whitbread Award e il Guardian Fiction Prize.

L’autore, secondo diversi esponenti della critica letteraria, è stato definito “il più grande scrittore scozzese dopo Walter Scott” – l’ideatore del romanzo storico, con cui Gray condivide le stesse origini (anche se il primo vede i suoi natali ad Edimburgo mentre il secondo è nato a Glasgow).

Il libro di Alasdair è arrivato in Italia nel 1994 e le prime due edizioni riportavano due titoli diversi: ” Poveracci!” e “Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra”.

Trama e differenze con il film

La trama del libro che ha ispirato il film “Povere creature” di Yorgos Lanthimos racconta la storia di Bella Baxter, una donna misteriosa, la cui vita è narrata nelle memorie scritte da suo marito Archibald McCandless. Stando ai racconti dell’uomo, la moglie sarebbe stata ritrovata morta tra le acque del fiume Clyde e riportata in vita dallo scienziato Godwin Baxter, un collega e amico di Archibald.

La vicenda si fa sempre più macabra: nel cadavere di Bella, con l’intento di riportarla in vita, i due scienziati trapiantarono il cervello di un feto. La donna torna in vita, con una mentalità infantile e un temperamento dall’inclinazione estremamente ribelle. Preda delle proprie passioni ed incline a soddisfare tutti i suoi desideri, intraprende diverse relazioni con altri uomini, l’avvocato Duncan Wedderburn con cui decide di fuggire in giro per l’Europa, il Nord Africa e l’Asia centrale.

Impossibile non cogliere gli evidenti richiami al celebre e terrificante romanzo di Mary Shelley, “Frankestein”, l’uomo che è riuscito a tornare in vita dalla morte.

Le differenze tra il film e il libro riguardano principalmente l’ambientazione della storia: dalle pagine del romanzo emerge che i fatti si svolgono a Glasgow, mentre nella pellicola non viene fatta menzione della città. Un altro cambiamento riguarda il finale del film (su cui non facciamo spoiler). Per quanto riguarda il mood del libro, le vicende sono narrate seguendo un approccio classico, che si rispecchia nelle linee del romanzo storico, avvolto da atmosfere cupe e macabre (proprio come “Frankeinstein”), mentre nell’opera di Lanthimos si concede maggiore spazio a tematiche che riguardano il femminismo e la sessualità di Bella Baxter.