Nell’ambito delle procedure di appalto e concessione pubblica, il Codice Identificativo di Gara (CIG) rappresenta uno strumento indispensabile per l’identificazione univoca e la classificazione di gare, lotti e contratti. Questo codice alfanumerico di dieci cifre assicura trasparenza e tracciabilità nel mondo degli appalti pubblici, rivelandosi fondamentale per la gestione e il monitoraggio dei contratti stipulati dalle amministrazioni pubbliche.
Codice Identificativo di Gara: obbligatorietà e campo di applicazione
L’ottenimento di un CIG è mandatorio per tutte le categorie di contratti pubblici, inclusi quelli regolati dal Codice degli appalti, i contratti esclusi da tale codice e tutte le operazioni soggette agli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari come delineato dall’art. 3 della legge n. 136/2010.
Tipologie e funzioni del Codice Identificativo di GARA
Il CIG si adatta a diverse necessità e scenari operativi grazie alla sua varietà di formati:
- CIG Standard e CIG Semplificato (Smart CIG): il primo è destinato ai contratti di maggiore entità, mentre il secondo, più agile, si applica ai contratti sotto soglia e ad altre situazioni specifiche, facilitando la procedura di richiesta.
- CIG Padre e CIG Figlio: questi codici vengono utilizzati per gestire le procedure di adesione ad accordi quadro o convenzioni, consentendo una chiara distinzione tra l’accordo principale e i contratti derivati.
Inoltre, il CIG svolge tre funzioni principali:
- Identificazione unica: garantisce l’unicità di ogni procedura di appalto, facilitando la comunicazione con l’ANAC.
- Tracciabilità finanziaria: monitora i flussi finanziari associati ai contratti di appalto, contribuendo alla lotta contro la corruzione e l’illegalità.
- Verifica degli adempimenti contributivi: assicura che enti privati e pubblici rispettino gli obblighi contributivi, rafforzando le pratiche di vigilanza e controllo.
L’integrazione delle piattaforme di e-Procurement
Dal 1° gennaio 2024, la gestione del CIG passa attraverso le piattaforme di e-procurement certificate, che interagiscono direttamente con la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici. Questa integrazione assicura che tutte le informazioni siano centralizzate, aggiornate e facilmente accessibili, marcando un avanzamento significativo verso l’automazione del sistema di appalti.
Procedura per la richiesta del CIG
Il processo per ottenere un CIG inizia con l’accreditamento del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) presso il sistema SIMOG dell’ANAC. Questa piattaforma non solo rilascia i codici, ma offre anche un servizio essenziale per la corretta gestione delle gare, dall’emissione del CIG al suo perfezionamento. La domanda va fatta antecedentemente all’avvio della gara d’appalto. Per ciascun lotto viene assegnato un codice specifico. La perfezione dei codici deve avvenire entro 90 giorni dall’acquisizione.
Perché il Codice Identificativo di Gara è importante nel panorama degli appalti pubblici
Il CIG rappresenta un pilastro nella governance degli appalti pubblici, permettendo alle autorità di supervisione di esercitare un controllo efficace su ogni fase del processo di appalto. La sua implementazione intende quindi focalizzarsi su un maggiore impegno verso un sistema di appalti più trasparente, efficiente e conforme ai principi di legalità.
I benefici della digitalizzazione
L’ecosistema degli appalti pubblici in Italia sta attraversando una fase di profonda trasformazione digitale, con il Codice Identificativo di Gara (CIG) al centro di questa rivoluzione. L’introduzione di nuove modalità di richiesta e gestione del CIG rappresenta un passo significativo verso la digitalizzazione completa del processo di appalto, migliorando efficacia, trasparenza e tracciabilità delle operazioni.
La digitalizzazione ha portato a un’evoluzione nel modo in cui gli appalti pubblici vengono gestiti e monitorati. Con quasi 100.000 CIG emessi settimanalmente, il sistema sta dimostrando una capacità operativa paragonabile ai livelli pre-digitalizzazione.
Controversie e polemiche
Due settimane fa, Marco Bussone, Presidente di Uncem, ha evidenziato il caos creato dall’obbligatorietà del Codice Identificativo di Gara (CIG) per acquisti sotto i 5.000 euro, chiedendo la reintroduzione degli smart CIG e la semplificazione delle procedure. Criticando l’attuale sistema complesso e la piattaforma MEPA, Bussone ha quindi sollecitato maggior fiducia e semplificazione per gli enti locali, rimarcando l’importanza della trasparenza e dell’efficienza nella pubblica amministrazione.