Dalla crisi globale fino alle prossime elezioni europee, parlando anche dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulle Grandi Potenze. L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha affrontato tantissimi temi nel corso della lectio magistralis ‘Crisi mondiale e crisi europea’ tenutasi oggi all’Università degli Studi Roma Tre.

Dalle elezioni europee all’Ungheria: la lectio magistralis di Romano Prodi a Roma Tre

La crisi globale ci tocca molto profondamente, molto più rispetto a quanto pensassi qualche anno fa” ha detto Romano Prodi che oggi ha tenuto la lectio magistralis Crisi mondiale e crisi europea‘ nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi Roma Tre.

Fukuyama pensava che dopo la caduta dell’Unione Sovietica questo sarebbe stato il secolo degli Stati Uniti” spiega il Professore tutto è cambiato, siamo tornati in un mondo addirittura più bipolare: questa è la situazione in cui ci troviamo“.

Questo è frutto di una trasformazione importante, secondo l’ex presidente del Consiglio, l’idea che la globalizzazione e l’economia di mercato avrebbero spinto alla convergenza tra Stati Uniti e Cina. Una convergenza a detta di Prodi che si è dimostrata insensata, i due sistemi oggi sono molto distanti soprattutto dopo l’ultimo decennio.

L’ex presidente del Consiglio ha insistito poi sul controllo dell’intelligenza artificiale e sul suo utilizzo in maniera proficua.

Le elezioni europee e l’Ungheria

Spazio soprattutto alle elezioni europee definite importanti perché dovranno decidere se ci sarà “un’Europa proiettata verso il futuro o pallida che assiste all’evoluzione del mondo”. Il Professore ha augurato agli studenti in platea di appartenere a un’Europa che abbia la capacità e la forza di difendere i diritti. Prodi si è poi detto contro il diritto di veto, spesso causa di paralisi politiche all’interno dell’Ue:

“Con l’unanimità non si regge neanche un condominio. Le paralisi di questi tempi derivano da questo fatto. Togliendo il diritto di veto ne conseguirebbe un’Europa a più velocità. Dobbiamo rifare le istituzioni europee. Il progetto c’era già quando abbiamo fatto allargamento ma poi le resistenze di alcuni Paesi lo hanno impedito”.

Non ci saranno altre Brexit, secondo l’ex presidente del Consiglio. Prodi spiega che nemmeno l’Ungheria potrà uscire dall’Unione europea dopo l’esperienza inglese di otto anni fa:

“Vi assicuro che dopo la Brexit non esce più nessuno dall’Ue. Neanche l’Ungheria: fanno i capricci ma ci stanno così bene in Europa che non si sognano di uscire. Abbiamo altri paesi che bussano alla porta”

Il commento sulla politica internazionale di oggi

L’ex presidente del Consiglio ha detto che la politica internazionale, se si ambisce alla pace, deve essere pensata come un ponte e non come un muro. Tutti hanno il diritto di attraversare il ponte, spiega il Professore. L’unico comportamento che porta all’ordine è seguire le regole del traffico e questo non è stato compreso dalla politica internazionale attuale dove ciascuno vuole imporre le proprie regole. Non manca il riferimento ai conflitti più recenti:

“Io amo la democrazia ma non può essere imposta la democrazia nemmeno con la forza, può essere esportata solo con la democrazia. Un caso di successo è stato quello dell’Unione europea. Quando ci siamo allargati è stato fatto con la democrazia”.

“Dobbiamo stare insieme con una politica estera e di difesa e, se non abbiamo questo, nemmeno la politica economica può essere costruita” dice Romano Prodi toccando il tema della difesa europea.
Secondo l’ex premier si rischia di perdere il ruolo che l’Ue potrebbe avere senza una linea comune sulla difesa e sugli esteri.

Le elezioni negli Stati Uniti e il rischio Trump

Il 2024 è l’anno in cui si terranno alcune delle più importanti elezioni per gli equilibri globali. Tra tutte ci sono quelle negli Stati Uniti. Il rischio di una rielezione di Trump è molto alto. Prodi ha detto che per il tycoon l’Europa era un avversario sia politico che economico e non un alleato.

Un eventuale secondo mandato di Trump riprenderebbe la tensione politica tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti. Inoltre, al punto di vista economico, le barriere verrebbero ulteriormente aumentate. La rielezione di Biden darebbe un continuum ad un’alleanza politica ma rimarrebbe la concorrenza con economica, secondo il Professore:

“Se continuiamo a dire ‘noi abbiamo il vantaggio di scrivere le regole per l’Intelligenza artificiale’ rischiamo di scrivere il menù mentre gli americani e i cinesi si siedono a tavola. La funzione dell’Europa è quella di scrivere il menù ma anche di partecipare insieme alla gestione del mondo”.