È iniziata qualche minuto dopo le 11 di oggi, 2 febbraio, la cerimonia di consegna della laurea in memoria di Giulia Cecchettin alla famiglia. Gremita, per l’occasione, l’Aula Magna intitolata a Galileo Galilei dell’Università di Padova, che la 22enne frequentava prima di trovare la morte per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta a Vigonovo.
È un’emozione grandissima, io qua non c’ero mai stata… allo stesso tempo mi emoziona pensare che non ci sia più la mia bambina e non sia qui a godersi questa cerimonia… faccio a fatica a pensarlo,
ha dichiarato la nonna Carla Gatto all’entrata. Lo riporta l’Agi.
Giulia Cecchettin, oggi la cerimonia di consegna della laurea in memoria a Padova
Lo scorso 16 novembre Elena Cecchettin aveva adornato la cancellata dell’abitazione di famiglia a Vigonovo con dei nastri rossi. Era il giorno in cui la sorella Giulia avrebbe dovuto laurearsi, discutendo la tesi di laurea in Ingegneria Biomedica su cui a lungo aveva lavorato, insieme all’aiuto della docente Silvia Todros.
Da cinque giorni risultava scomparsa: era stata sequestrata in auto e poi uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta in quelli che il gip avrebbe definito “due atti di inaudita ferocia”, dopo essere stata ricattata emotivamente per mesi dal giovane, che la costringeva a sentirlo e a vederlo con la scusa che altrimenti si sarebbe tolto la vita.
Ne era ossessiato, al punto di arrivare a chiederle di rimandare la sua discussione affinché potessero raggiungere l’agognato traguardo della laurea insieme, visto che lui era rimasto indietro con gli esami. Lei si era rifiutata e lo aveva lasciato: era determinata a proseguire dritta sulla sua strada. Il giorno della sua scomparsa era uscita per procurarsi le scarpe che avrebbe dovuto indossare alla festa con gli amici.
Festa che non ci sarebbe mai stata. Per ricordarla e per onorare i sacrifici che aveva fatto, oggi a Padova le è stata conferita la laurea in memoria. La cerimonia – trasmessa in diretta video sul canale Youtube dell’Ateneo – è iniziata poco dopo le 11 con l’ingresso del corteo accademico, la lettura di un breve messaggio scritto dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia – che non ha potuto presenziare all’evento – e i saluti istituzionali della rettrice Daniela Mapelli.
L’intervento della ministra Anna Maria Bernini prima della proclamazione
Prendendo la parola dopo il direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Gaudenzio Meneghesso – che ha ricordato la decisione dell’Ateneo di istituire borse di studio e premi di laurea intitolati a Giulia – e dopo la professoressa Silvia Todros, relatrice di tesi della 22enne, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha dichiarato:
La prima cosa che ci ha chiesto il papà di Giulia, Gino, è stata di essere uniti, per provare a dare un senso al sacrificio di Giulia. Siamo tutti responsabili, come figli, come genitori, come educatori, come formatori, come responsabili pro tempore di ruoli istituzionali. Ognuno di noi ha una porzione di responsabilità, ognuno di noi deve fare qualcosa. Non può esistere l’indifferenza, sarebbe un insulto a Giulia e a tutte le persone che come lei hanno visto la loro vita interrotta.
Subito dopo si è tenuta la proclamazione della laurea alla memoria, con il conseguente rilascio del diploma al papà Gino e ai fratelli Elena e Davide, visibilmente commossi.
Il discorso di Gino Cecchettin
Desidero esprimere la mia profonda gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile questo commovente tributo. Grazie per aver onorato la memoria di Giulia e per aver contribuito a rendere questo momento speciale e significativo. Io però non riesco ad essere felice. Il conferimento di laurea che avevo in mente fino a poche settimane fa aveva protagonista una ragazza stupenda, che non vedeva l’ora di indossare la sudata e meritata corona d’alloro. Non vi nascondo che mi sono chiesto più volte se questa cerimonia avesse senso. Ho pensato e ripensato a cosa potesse servire una cerimonia così per una laurea postuma. Come sempre la risposta mi viene quando penso alla mia amata figlia. Onorare nel migliore dei modi la conclusione del percorso accademico penso sia un atto d’amore nei suoi confronti,
ha dichiarato Gino Cecchettin prima di rivolgersi direttamente alla figlia, ricordandola per la sua “straordinaria essenza”.
Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze e nella mia per prima. Ero fiducioso che avresti fatto grandi cose, ma non mi rendevo conto di che gigante tu fossi. Farò il possibile affinché il tuo nome e il tuo esempio di vita possano spingere le persone a riflettere sull’importanza dell’empatia e della solidarietà, che tu, nella tua semplicità, hai incarnato in modo esemplare. Inutile dire che non c’è giorno in cui non sentiamo la tua mancanza, mi manchi, ci manchi più dell’ossigeno. Grazie per aver condiviso con noi il tuo calore e la tua umanità, sarai per sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto. Sarai per sempre nel nostro cuore,
le parole finali del suo discorso, seguito da un lungo e composto applauso.
Le parole di Elena Cecchettin
All’intervento del papà di Giulia ha fatto seguito quello della sorella Elena.
Ci hai fatto sentire famiglia, anche quando è mancata la mamma. Facevi sempre in modo che passassimo del tempo insieme, come quando tornavi a casa per pranzo se sapevi che qualcuno mangiava da solo, anche rinunciando ai tuoi impegni. Non so come, ma riuscivi a farmi sentire inclusa anche quando ero a duemila km di distanza, quando avevamo la nostra chiamata settimanale, il giovedì sera, quando tornavi da atletica – ha detto -. Riuscivi sempre a trovarmi la via quando le strade nella mia mente si incrociavano e si confondevano e mi chiedevo come fosse possibile che tu fossi sempre così lucida e comprensiva. Hai fatto tante belle cose, per te stessa e per noi e dobbiamo ricordarcelo sempre. Però non dobbiamo dimenticare mai quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farlo. Non dobbiamo dimenticarlo perché a nessuna altra donna venga tolta questa possibilità.
Il ricordo dell’amica Giulia Zecchin
In questi mesi più di una volta mi sono sentita rivolgere la domanda su chi fosse Giulia e la risposta è sempre stata molto semplice. Giulia è la ragazza che tutti voi avete conosciuto attraverso foto e video. Alcuni dei presenti hanno avuto la fortuna, come me, di averla avuta accanto nella propria vita e di essere stati parte integrante della sua. Altri l’hanno incontrata solo di sfuggita, ma sono convinta che anche le persone che l’hanno vista solo una volta, magari durante una delle sue folli corse per non perdere l’autobus, non dimenticheranno mai il suo sorriso. Perché Giulia era il suo sorriso,
ha dichiarato l’amica Giulia Zecchin prima della conclusione della cerimonia, offrendo un ritratto intimo e familiare della 22enne e augurandosi che la sua storia serva in qualche modo “da esempio”, per evitare che ad altre persone, ad altre donne, vengano strappati via la vita e i sogni in maniera crudele e ingiusta come è successo a lei.
“Complimenti dottoressa!“, ha detto rivolgendosi all’amica. Se ci fosse stata forse si sarebbe emozionata. Qualcuno le avrebbe messo una corona d’alloro sulla testa. Poi avrebbero avuto inizio i festeggiamenti. Non ci saranno, invece, come non c’è stata Giulia, strappata alla vita giovanissima dal ragazzo che un tempo aveva amato.