La Candelora, nota come Candelaia in Toscana, Ceriola o Siriola in altre regioni, è una festa religiosa che commemora la presentazione del Signore al Tempio e il rituale di purificazione della Vergine Maria quaranta giorni dopo la nascita di Gesù.
Il termine deriva dal latino “candelorum” e “candelaram”, indicando la benedizione delle candele conservate nelle case dei fedeli, accese per placare l’ira divina durante il maltempo o in attesa di eventi importanti, durante malattie, insomma, in tutti quei momenti della vita che richiedono l’intervento divino.
Qual è il detto della Candelora?
Il proverbio napoletano più conosciuto sul giorno della Candelora è il seguente:
“Quanno arriva ‘a Cannelora d’a vernata simmo fora, ma si chiove o mèna viento, quaranta juorne ‘e male tiempo”.
È probabile che chiunque conosca il detto sulla Candelora oggi, scrutando il cielo, avrà pensato a cosa lo attende nel prossimo futuro.
Oltre al significato religioso, la Candelora, collegata ai giorni della Merla, segna i mutamenti climatici, l’addio all’inverno e l’avvicinarsi della primavera. È un periodo propizio per fertilizzare i terreni e svolgere le attività agricole cruciali per l’annata.
Nella Penisola Sorrentina, un proverbio si riferisce ai cambiamenti climatici: “San Biase o sole pe’ case, San Catello ‘o sole po Castiello, Sant’Antonino ‘o sole pe marine.” Si invocano San Catello, patrono di Castellammare di Stabia (festeggiato il 19 gennaio), Sant’Antonino, patrono di Sorrento (atteso il 14 febbraio), e San Biagio, che coincide con la Candelora il 2 febbraio, protettore della gola e della laringite.
Secondo un’antica tradizione, oggi è anche l’ultimo giorno per smontare il presepe, e un pezzo del materiale utilizzato veniva bruciato nel fuoco dedicato a Sant’Antonio. In questa giornata si svolge anche uno degli eventi più suggestivi e caratteristici della tradizione campana, “la juta dei femminielli a Montevergine”.