Un racket sotto il controllo della ‘Ndrangheta a Crotone teneva in pugno diversi imprenditori della zona, vittime di pizzo e intimidazioni. Le indagini della polizia del Nucleo economico-finanziario della città capoluogo di provincia hanno portato all’arresto di due uomini per associazione mafiosa, usura ed estorsione.
Crotone, imprenditori oppressi da pizzo e intimidazioni: il racket della ‘Ndrangheta
Prestiti con tassi da far venire il mal di testa a imprenditori già in difficoltà economiche e violente intimidazioni per riscuotere il denaro, finito nelle mani delle cosche locali. Un giro d’affari che fruttava quotidianamente migliaia di euro, messo in piedi nel 2013 e continuato fino al 2022.
Questo è quanto gli agenti delle fiamme gialle hanno portato alla luce in provincia di Crotone. Nel mirino delle forze dell’ordine due uomini originari di Isola Capo Rizzuto, Salvatore Parisi, di 67 anni, e Francesco Savoia, di 53 anni.
Il gip, Chiara Esposito, ha emesso un’ordinanza di arresto nei confronti dei due isolitani, attuata oggi, 1 febbraio, dagli agenti, con le accuse di usura e tentata estorsione aggravate dal metodo e dalla finalità mafiose. Sotto l’egida della cosca Arena, i due uomini erano incaricati di riscuotere il denaro prestato con tassi di interesse del 120% annuo.
Cifre da capogiro: per un prestito di 17 mila euro ne venivano richiesti oltre 40 mila aggravati dagli interessi. Le indagini, partite dalle inchieste denominate Jonny e Krimata, hanno scoperchiato un vaso di Pandora che ha permesso di sequestrare quasi 200 mila euro di profitto dai conti di Parisi e Savoia. Essenziale la denuncia sporta da una delle vittime, che stremata dalle vessazioni, si è rivolta alle forze dell’ordine.
Così, la Guardia di finanza ha organizzato intercettazioni telefoniche ed effettuato il blitz, che ha portato all’arresto del 53enne e del 67enne di Isola Capo Rizzuto, i quali, messi alle strette, hanno confessato le attività illecite.