La toxoplasmosi è una malattia infettiva causata da un parassita, e può colpire anche le persone, con seri rischi per alcuni pazienti, soprattutto donne in gravidanza. Vediamo come fare per evitare il contagio, come riconoscere i sintomi sospetti e come funziona il test rapido per sapere se si è immuni o no.

Come si trasmette la toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è una malattia che compare in seguito al contagio da parassita Toxoplasma Gondii. L’esposizione può avvenire in vari modi. Solitamente mangiando carne cruda o poco cotta o tramite contatto diretto con le feci di gatto ma può essere anche trasmessa da madre a figlio durante la gravidanza. SI tratta di una condizione particolarmente comune.

L’Oms infatti, stima che almeno il 50% della popolazione mondiale abbia avuto la toxoplasmosi. Una volta che è avvenuto il contagio, nei pazienti sani che non hanno riportato alcuna conseguenza, si verifica la risposta del sistema immunitario che poi garantisce la protezione da successive infezioni. In pratica si diventa immuni. Ma non tutti i pazienti sono asintomatici, per alcuni la malattia compare con evidenti segni e può dare origine a successivi problemi. Mentre per altri come donne incinte o soggetti immunodepressi, i pericoli sono notevolmente maggiori. 

La toxoplasmosi non si trasmette mai da persona a persona. Quindi, se non è immuni e si appartiene a categorie a rischio, occorre rispettare le opportune pratiche di prevenzione. Che riguardano soprattutto le buone pratiche igieniche e un regime alimentare basato su alimenti non a rischio. Quindi cuocere bene la carne, evitare gli insaccati, lavare bene la verdura e la frutta prima del consumo, indossare guanti e lavarsi subito dopo aver pulito la lettiera del gatto o dopo aver fatto giardinaggio.

Sintomi

I sintomi della toxoplasmosi non sono facilmente riconoscibili nei soggetti sani. La malattia infatti per molti risulta completamente asintomatica. Ogni anno vengono diagnosticati circa 200.000 casi di toxoplasmosi, per la maggior parte si tratta di forme congenite per trasmissione fetale e non ci sono segni evidenti se non il test positivo.

Altri invece possono presentare sintomi nella prima fase del contagio. Tra questi, ingrossamento delle linfoghiandole, spossatezza, febbre lieve, fegato ingrossato e altri problemi simili a quelli dell’influenza e delle sindromi para influenzali come mal di gola, mal di testa e mal di schiena.

Questa è la fase durante la quale il parassita si trova ancora in circolo del sangue. Ne segue un’altra, completamente asintomatica nella maggior parte dei casi, ma che ad alcune persone a rischio, può creare notevoli problemi.

Quali sono i rischi

I rischi della toxoplasmosi sono soprattutto per i soggetti immunodepressi e per le donne in gravidanza. Nel primo caso perchè il parassita può incistarsi nel cervello e riprodursi creano successive fasi della malattia, nei momenti in cui il sistema immunitario funziona meno.

Nel secondo caso perchè il Toxoplasma Gondii passa attraverso la placenta durante la gestazione e può comportare nel bambino gravi malformazioni o provocare aborti spontanei. Visto che non esiste un vaccino, l’unica arma di prevenzione per evitare i rischi, è quella di seguire le regole igieniche e dietetiche e fare spesso il test di diagnosi rapida.

Toxo test, come leggere i risultati

Per verificare se si è immuni alla toxoplasmosi o no, esiste un esame diagnostico chiamato Toxo test. Questo permette di rilevare la presenza delle immunoglobuline specifiche di risposta all’infezione del parassita. In questo modo è possibile stabilire precocemente un contagio ed agire di conseguenza, così come è possibile sapere se non si è ancora stati a contatto con la malattia per avviare la prevenzione.

Per farlo basta un campione di sangue, e il test per le donne in gravidanza è completamente gratuito. I risultati possono essere di quattro tipi:

  • IgG negativo e IgM negativo: non c’è immunità
  • IgG positive e IgM negative: c’è immunità da precedente infezione
  • IgG negative e IgM positive: possibile infezione in fase inziale
  • IgG positivo e IgM positivo: rischio di infezione in evoluzione e necessità di ulteriori approfondimenti.