“Ci sarà pure un giudice a Berlino” disse il mugnaio che, dopo varie peripezie giudiziarie, ebbe ragione da un magistrato. Anche per il Grande Oriente c’è un giudice a Berlino ma anche in Italia. La vicenda, raccontata dal quotidiano Il Dubbio è questa: “Accade che nel 2012 il tribunale di Prato ha pubblicato un documento riguardante le “Condizioni e documenti necessari per l’iscrizione nel registro dei periti”, nel quale veniva chiesto ai candidati di dichiarare la loro eventuale appartenenza alle logge massoniche”.
Questa discriminazione, l’ennesima, ha portato il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani a presentare ricorso alla Corte Europea di Strasburgo perché costituiva una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con particolare riferimento all’articolo 11, che garantisce a ogni persona il diritto alla libertà di associazione, limitabile solo se necessario per motivi legati all’ordine pubblico, alla prevenzione dei disordini e dei reati e alla sicurezza nazionale.
Il tribunale di Prato cancella una richiesta prevista per chi è nominato perito
“Dopo la comunicazione del caso – racconta il giornale -, il governo italiano ha informato i giudici di Strasburgo che il documento in questione era stato rimosso. Di conseguenza, lo Stato ha chiesto l’archiviazione del caso in base all’articolo 37 della Convenzione”. La richiesta è stata accolta ed è un bel risultato per chi crede nella libertà di associazione ed è un segnale chiaro per chi, in Italia, vuol mettere pali e paletti a quello che è previsto dalla Costituzione della Repubblica, cioè il diritto di far parte di formazioni sociali.
Stefano Bisi