Cos’è il giorno dell’onore? Si tratta di una manifestazione a ricorrenza annuale organizzata da gruppi di estrema destra e neonazisti.
Il termine è tornato ad essere popolare con il caso di Ilaria Salis, la donna italiana arrestata e sotto custodia cautelare in Ungheria da quasi un anno.
La giovane è accusata di aver attaccato e malmenato alcuni militanti neonazisti che lo scorso febbraio manifestavano nella città di Bucarest in occasione della ricorrenza del “giorno dell’onore”.
Cos’è il giorno dell’onore: quando si festeggia e perché
Il giorno dell’onore è una celebrazione simbolica che viene festeggiata ogni anno nella settimana in cui cade l’11 febbraio.
In questa occasione si riuniscono membri di movimenti di estrema destra, neofascisti e neonazisti, che non nascondono la loro ideologia estremista.
Nascono dunque raduni, cortei e manifestazioni al fine di mettere in campo commemorazioni e proteste, oltre che a sostenere con forza slogan antisemiti.
Il giorno dell’onore è una ricorrenza non riconosciuta ufficialmente da alcuna istituzione.
Il motivo per cui venga festeggiato nella settimana dell’11 febbraio è da ricercare in alcuni eventi della Seconda Guerra Mondiale.
Più precisamente il periodo in questione è quello tra l’ottobre del 1944 e il febbraio dell’anno seguente. In questo intervallo di tempo la città di Budapest fu teatro di accesi scontri tra l’esercito dell’Unione Sovietica e le truppe tedesche e ungheresi.
All’epoca infatti il Regno di Ungheria era ancora alleato delle forze naziste. L’apice del combattimento si raggiunse a partire dal mese di dicembre.
La città venne occupata dall’Armata Rossa e partì quello che poi venne riconosciuto nella storia come “l’assedio di Budapest”. Gli eserciti tedesco ed ungherese vennero accerchiati e di fatto restarono bloccati in città senza possibilità di ritirata.
Sebbene fosse impossibile per le truppe tedesche ribaltare le sorti della battaglia, Hitler si oppose alla dichiarazione di resa. Tuttavia, ad inizio febbraio, il comandante Karl Pfeffer-Wildenbruch decise di ignorare il comando e ordinò il ritiro delle sue truppe. La notte dell’11 febbraio 1945 i circa 30mila membri dell’esercito tedesco e ungherese iniziarono ad abbandonare la città, ma vennero attaccati dalle forze russe. Centinaia di soldati persero la vita.
A quando risale la prima celebrazione
I manifestanti neonazisti che partecipano al “giorno dell’onore” si riuniscono per commemorare i caduti di quell’assedio. I cortei sono per lo più organizzati nel cuore della città di Budapest, ma anche altre città sono teatro di manifestazione di seguaci dell’ideologia di estrema destra.
Il “giorno dell’onore” venne celebrato per la prima volta nel 1997. La paternità dell’iniziativa è da attribuire a István Győrkös, un soldato ungherese di estrema destra che si faceva chiamare “Vezető”, parola ungherese equivalente a “Führer” o “Duce”.
István Győrkös aveva in precedenza fondato il movimento paramilitare Gruppo d’azione nazional-socialista ungherese che qualche tempo dopo divenne il Fronte Ungherese Nazionale. Rimase come leader del movimento fino al 2016, quando, dopo aver sparato ed ucciso un poliziotto intento a perquisire il suo appartamento, venne condannato all’ergastolo.
Dalla sua prima celebrazione, il giorno dell’onore ha acquisito via via sempre più consenso. La manifestazione venne così confermata ogni anno, con un’ampia adesione anche fuori l’Ungheria. Tra i vari gruppi neonazisti che vi partecipano c’è anche “Sangue e onore”, fondato nel 1987 in Inghilterra e poi espansosi in altre nazioni e dichiarato illegale dalle autorità in Germania e in Spagna.
Oltre ai cortei e alle manifestazioni, c’è chi celebra il “giorno dell’onore” ripercorrendo a piedi lungo le montagne vicino la città di Budapest il percorso marciato dall’esercito tedesco e ungherese nel febbraio del 1945.
Stando agli organizzatori, si tratterebbe di una commemorazione storica, priva di ideologia politica ma non è infrequente che le persone impegnate in queste iniziative indossino divise militari simili a quelle indossate dai soldati nazisti, raffiguranti svastiche.