Continuano senza sosta le proteste degli agricoltori in tutta Italia. Dopo che ieri 400 trattori hanno bloccato la A1 di Valdichiana, in Toscana, e scioperi in Abruzzo, Lazio e Lombardia, si uniscono alle manifestazioni anche i coltivatori di Sicilia e Calabria.

Proteste degli agricoltori in Italia oggi 1 febbraio, bloccano il porto di Mazara: caos in Sicilia

L’aumento dei costi delle materie prime e la mancanza di azioni concrete per calmierare i prezzi e supportare il lavoro agricolo hanno fatto insorgere proteste anche in Sicilia. Gli agricoltori siciliani hanno bloccato il porto di Mazara del Vallo. Nelle Alte Madonie, circa 500 trattori sono in marcia sulle vie principali dei comuni da Resuttano, in provincia di Caltanissetta, passando per Alimena, Bompietro, fino a Petralia Soprana, vicino Palermo.

Traffico rallentato per gli incolonnamenti dei mezzi pesanti sulla Sp19 e sulla Ss290. Allevatori e agricoltori sono stanchi della mancanza di tutele e di sostegno da parte del governo. Aldo Mantegna, un allevatore di Gangi (PA), ha così dichiarato:

Non riusciamo più a vivere del nostro lavoro perché ai rincari sulle materie prime e sul gasolio, che gravano sulle nostre tasche, non si sono accompagnate misure di sostegno né l’aumento del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Così non possiamo andare avanti. Ci rivolgiamo al presidente della Regione Siciliana, Schifani e all’assessore all’agricoltura, Sammartino; vogliamo che prendano una posizione chiara rispetto alle proteste: sono dalla parte degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori siciliani? Se sì, chiediamo che intervengano sulle materie di loro competenza e che si facciano portavoce con il governo nazionale ed europeo

Entro una settimana, i lavoratori invieranno un documento contenente tutte le rivendicazioni e la richiesta di convocare un tavolo tecnico con i rappresentati della Regione, del comparto e del comitato delle Madonie.

Chiediamo la revisione della Pac, con particolare attenzione alla deroga del 2023 Bcaa 8, che introduce l’obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo, abolizione definitiva dell’IRPEF agricola e dell’IMU, l’adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all’aumento dei costi di produzione, la fissazione di un tetto massimo prezzo carburante agricolo, il pagamento immediato dei Contributi PAC e PSR, l’immediato decreto di declaratoria di calamità naturale per l’annata agraria 2023/2024, l’aumento dei controlli sulle merci (sia le materie prime che i prodotti finiti) importate in Italia, che devono osservare gli stessi protocolli imposti sulla produzione locale

Queste le parole di Tiziana Albanese, a nome del Comitato spontaneo delle Madonie. Santa Gangi, portavoce del Comitato ha aggiunto:

Aggiungiamo anche alcune richieste specifiche del nostro territorio e specialmente interventi di controllo e contenimento della fauna selvatica, interventi di manutenzione stradale per garantire il raggiungimento delle aziende del territorio da parte di auto, mezzi agricoli e mezzi per i rifornimenti e il trasporto dei prodotti. La Sicilia e le Madonie hanno una forte vocazione agricola, ma senza interventi urgenti a favore del comparto rischiamo di svendere i nostri terreni e allevamenti, frutto del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni. Ne vale della possibilità di scegliere di restare qui e non emigrare

In Calabria cortei e cartelli: “Stanno distruggendo la nostra agricoltura”

La Calabria è in rivolta: a Spezzano Albanese, in provincia di Cosenza, un corteo di 50 trattori è partito alla volta di Castrovillari, sventolando cartelli con la scritta “Stanno distruggendo la nostra agricoltura“. Presidi stanno sorgendo in tutta la regione.

Da una decina di giorni agricoltori in protesta hanno organizzato sit-in a Reggio, Crotone, Passovecchio, Botricello, sulla Ss 106 e alla cittadella della Regione Calabria a Catanzaro. Il comparto si rinsalda per fronteggiare i costi insostenibili del carburante e delle materie prime, dovuti alla concorrenza con i prodotti importati. Gli ultimi provvedimenti che permettono il consumo anche nel nostro Paese di farine di origine animale – come quella di grillo – hanno infiammato ulteriormente gli animi.

Gli agricoltori calabresi si sono messi in marcia per raggiungere il palazzo dell’ufficio territoriale del governo, dove li attende per un incontro la prefetta Franca Ferraro.

A Bruxelles, oggi, si terrà un vertice straordinario dei 27 Paesi europei sull’emergenza, che ha già causato notevoli danni in Francia, Germania, Grecia, Romania, Belgio e Polonia.

Dopo Cagliari, colonne di trattori in tutta la Sardegna

Le manifestazioni cominciate nei giorni scorsi in Sardegna hanno portato al completo blocco del porto di Cagliari. I presidi sono previsti almeno fino a sabato 3 febbraio, mentre per domani altri cortei transiteranno lungo la Ss 131. Pastori e agricoltori di tutta la regione non escludono di continuare le proteste fino a lunedì, in coordinamento alle altre regioni italiane.

Ci sarà una colonna di trattori da Muros verso il tratto Sassari-Olbia che rallenterà il traffico

Si è espresso all’AGI, Roberto Congia, tra i referenti del Movimento pastori sardi e Movimento Riscatto Agricolo, e fra gli organizzatori della manifestazione. Le motivazioni della contestazione devono ricercarsi nelle recenti politiche messe in atto dall’Unione Europea e da una burocrazia troppo complessa e lenta, che crea ritardi nei rimborsi e nell’erogazione dei premi Pac.

Nella giornata di ieri, 31 gennaio, una delegazione di agricoltori sardi si è rivolta alle agenzie regionali di Argea e Laore in merito alla questione, ma senza ottenere alcuna risposta utile. Congia ha concluso:

Anche oggi stiamo continuando a bloccare a “singhiozzo” sia i camion che arrivano in porto, che quelli che sbarcano dalle navi. Stiamo proseguendo con il presidio. C’è chi la notte sta restando a dormire nelle cabine dei trattori o nei furgoni. Vogliamo avere rassicurazioni e risposte