È ufficiale: Pesaro è la Capitale italiana della cultura 2024. La cerimonia d’inaugurazione si è tenuta a Pesaro, appunto, il 20 gennaio alla presenza del Presidente della Repubblica, che nel suo intervento non ha mancato di evidenziare il senso costituzionale della cultura: «Libera da ogni ideologia, mai separata dalla vita quotidiana e dall’insieme dei diritti e dei doveri scanditi dalla Costituzione».
Pesaro Capitale italiana della cultura 2024, il programma
Nel quadro delle iniziative che vedranno quest’anno protagonista la città di Pesaro (ed il suo entroterra) il 2 febbraio prende avvio il ciclo di Seminari “L’Italia in Europa. Episodi di cultura comune europea”, organizzato dalla professoressa Chiara Agostinelli del Liceo Mamiani con la collaborazione di Lucia Ferrati, che, peraltro, il 20 gennaio ha letto il messaggio della senatrice a vita Liliana Segre.
Si tratta di incontri ove emergerà come l’Italia con la sua cultura abbia contribuito a costruire una comune identità europea. Ed allora studiosi ed esperti parleranno della poesia di Petrarca, della danza nelle corti rinascimentali, delle ricette di Caterina de’ Medici ed anche di una «pioniera delle lettere», fino ad arrivare al manifesto di Ventotene con cui si intese, come scrive la curatrice dell’iniziativa, dare «sostanza politica a una realtà che la cultura aveva già contribuito a creare».
Protagonisti saranno anche gli studenti del Liceo “Mamiani”, del Liceo “Marconi” e dell’Istituto Alberghiero “Santa Marta” di Pesaro, con riflessioni, letture, esecuzioni coreutiche e musicali, degustazioni culinarie.
E va, altresì, ricordato che l’evento nelle sue diverse articolazioni è riconosciuto come attività formativa per i docenti della scuola secondaria di I e II grado (piattaforma S.O.F.I.A., corso ID 90819).
“La scuola è aperta a tutti”
Insomma, si potrebbe dire che assistiamo ad un’ulteriore declinazione dell’imperativo costituzionale per cui «La scuola è aperta a tutti» (art. 34 Cost.), disposizione pensata in origine soprattutto nella logica di evitare che il censo fosse di ostacolo all’accesso all’istruzione ed oggi primo riferimento positivo del diritto fondamentale all’istruzione delle persone con disabilità.
Emilio Betti nella «Conversazione» tenuta il 2 marzo 1959 al collegio Borromeo di Pavia osservava come una norma possa maturare nel tempo un «esito sociale ulteriore, ancorché non intenzionale»: un primo «esito sociale ulteriore» dell’art. 34 Cost. è appunto la garanzia dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, ma un altro «esito sociale ulteriore» appare in iniziative quali “L’Italia in Europa. Episodi di cultura comune europea”: grazie all’impegno di docenti e studenti di valore le (preziose) risorse culturali della scuola non restano nel chiuso delle aule, ma irraggiano il mondo esterno, la società civile. E questo è possibile proprio perché le Madri e i Padri Costituenti hanno fondato una scuola «aperta».
W Pesaro Capitale italiana della cultura! W l’Italia in Europa!
Federico Girelli
Professore di Diritto Costituzionale
Università Niccolò Cusano – Roma