Il 2024 è un giro di boa non da poco per i Green Day: trent’anni di “Dookie” e venti di “American Idiot”, tutto pronto per i festeggiamenti con i più grandi successi che hanno segnato la storia della band.

Green Day: trent’anni di “Dookie” e venti di “American Idiot”

I Green Day nel 2024 festeggiano i trent’anni di “Dookie” e i venti di “American Idiot”: parliamo dei due album più famosi della band pop punk statunitense che ha visto gli esordi a Berkeley nell’ormai lontano 1986. Fissate per febbraio e settembre le importanti ricorrenze dei due dischi pubblicati rispettivamente nel 1994 e nel 2004.

Punto di riferimento per la carriera del gruppo capitanato dal frontman Billie Joe Armstrong, che vede in formazione anche Mike Dirnt al basso e Tré Cool alla batteria).

“Dookie” è il terzo album in studio della band che negli anni Novante ha scalato tutte le classifiche musicali, diventando un simbolo del punk rock. Il successo è stato tale da farlo inserire nella classifica dei 500 dischi migliori di sempre per la rivista Rolling Stone. Grazie ai singoli “Basket Case” e “When I Come Around”, l’album raggiunse record a capogiro a livello planetario. Dal 2008 “Dookie” è l’album più venduto dei Green Day, con oltre 15 milioni di copie in tutto il mondo.

“American Idiot”, pubblicato dieci anni dopo “Dookie” rappresenta la svolta rock dei Green Day che si confermano una delle band più seguite e amate al mondo.  Vince i Grammy Awards 2005 come miglior album rock. Rolling Stone lo ha inserito alla 225ª posizione nella lista dei 500 migliori album di sempre. I brani di punta del disco sono “When September Ends”, “Boulevard of Broken Dreams”, “Holiday”, “American Idiot” e “Jesus of Suburbia”.

La storia dei Green Day

Icona del pop punk made in Usa, i Green Day sono una delle band che ha contribuito ad influenzare maggiormente la musica negli anni Novanta. La loro storia inizia con la formazione del gruppo nel 1987, due anni dopo arriva il primo ep “1, 000 Hours” per l’etichetta indipendente Lookout! Records. Poi esce il secondo progetto, “Slappy”, che apre la strada all’album di esordio dei Green Day, “39/Smoothe”.

Nel 1990 c’è un cambiamento tra i membri della band, Al Sobrante – batterista – abbandona i colleghi e viene sostituito da Trè Cool. Nel 1994 esce “Dookie” che segna l’ascesa dei Green Day a livello internazionale, consacrata anche dalla vittoria ai Grammy Award del 1995 nella categoria miglior album alternativo.

A seguire nello stesso anno “Insomniac”, nel ’97 “Nimrod” e poi nel 2000 “Warning”, due dischi che lanciano i Green Day verso il pop. Nel 2000 si torna al punk con “American Idiot”, tutto incentrato sulla dura realtà delle periferie, raccontando un mondo difficile, crudo e pieno di insidie, quasi distopico.

Nel 2007 la band torna alle scuderie e si ritira per un breve periodo. A maggio 2009 esce l’ultimo album “21st Century Breakdown”, riportando il gruppo alla ribalta nel panorama musicale internazionale, per la gioia di tutti i fan.

Nel 2012 pubblicano la trilogia “¡Uno!”, “¡Dos!” e “¡Tré!”. Quattro anni dopo arriva “Revolution Radio”, che ha conquistato la classifica di Billboard. Grande ritorno nel 2020 con “Father of All Motherfuckers”, contenente il successo “Meet Me on The Roof”, che rappresenta un forte e radicale cambiamento nelle sonorità della band. Il 2024 è l’anno del nuovo progetto in studio della band, “Saviors”: il 19 gennaio esce l’attesissimo disco, il quattordicesimo all’attivo per la band.

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