Presentare la Dsu ai fini Isee in modo errato può comportare conseguenze finanziarie significative, persino sanzioni penali in determinate situazioni. La buona fede dell’errore non è un elemento mitigante, poiché le sanzioni per inaccurata compilazione dell’Isee sono severe, soprattutto per coloro che dipendono da essa per accedere a sostegni al reddito, come il nuovo Assegno di inclusione.

Nonostante ciò, molte famiglie commettono errori nell’Isee e lo utilizzano per richiedere bonus e agevolazioni senza rendersene conto. Questo problema spesso deriva da una scarsa comprensione delle normative, ma la legge non concede scuse, e le sanzioni sono applicate indipendentemente dalla buona fede. Anche il rilascio dell’Isee tramite i Centri di Assistenza Fiscale (Caf) non esonera chi presenta la Dsu dalla responsabilità delle informazioni dichiarate.

È quindi cruciale evitare errori durante la compilazione dell’Isee, anche se qualche sbaglio è sempre possibile, specialmente per coloro che preferiscono affidarsi interamente ai Caf anziché informarsi sulle regole della Dichiarazione Sostitutiva Unica. Questi centri potrebbero non essere a conoscenza di informazioni cruciali che, se omesse, possono portare a dichiarazioni errate.

ISEE 2024, attenzione ai figli minorenni

Un errore comune riguarda la lista dei componenti del nucleo familiare. Alcuni potrebbero inserire solo coloro presenti nello stato di famiglia, ignorando persone che vivono altrove ma dovrebbero comunque essere indicate.

Sebbene i Caf svolgano spesso un servizio accurato, riscontriamo che talvolta, anziché approfondire e informarsi sulla presenza di altre persone, si limitano a seguire quanto dichiarato dal richiedente, rischiando di non individuare eventuali errori.

Tra gli errori più frequenti, troviamo l’Isee per i minori, dove genitori non sposati e non conviventi potrebbero indicare solo il genitore residente con il minore per la richiesta di prestazioni, trascurando l’altro genitore, il quale dovrebbe essere anch’esso considerato.

ISEE 2024, coppie di genitori non conviventi e non sposati

Se una coppia di genitori è legalmente sposata ma non convive, la situazione è chiara: i coniugi vengono comunque considerati come appartenenti allo stesso nucleo familiare, anche se vivono in abitazioni separate.

La situazione è diversa per i genitori non conviventi e non sposati: sebbene non facciano parte del medesimo nucleo familiare, entrambi devono essere comunicati nella Dsu. Nel caso dell’Isee per i minori, utilizzato per richiedere bonus o agevolazioni per i figli a carico, il genitore non convivente è considerato un “componente aggregato al nucleo”. I suoi redditi e patrimonio sono presi in considerazione solo per il calcolo dell’attestazione relativa al figlio comune.

Quando si richiede l’Isee al Caf, è fondamentale spiegare la propria situazione familiare senza omettere la presenza dell’altro genitore. L’operatore del Caf avrà il compito di inserire correttamente l’altro genitore nell’apposito riquadro, evitando così potenziali rischi.

Tuttavia, non sempre il genitore non sposato e non convivente viene considerato come componente aggregato al nucleo. Secondo la normativa, sono esclusi coloro che:

  • Sono sposati con una persona diversa dall’altro genitore.
  • Hanno figli con una persona diversa dall’altro genitore.
  • Sono obbligati, per decisione dell’autorità giudiziaria, al versamento di assegni periodici diretti al mantenimento dei figli.
  • Sono stati esclusi dalla potestà sui figli o sono stati allontanati dalla residenza familiare.
  • Sono stati riconosciuti estranei in termini di rapporti affettivi ed economici, in sede giurisdizionale o dalla pubblica autorità competente in materia di servizi sociali.

Se anche una sola di queste condizioni è presente per il genitore non convivente, non sarà considerato come componente aggregato al nucleo. Tuttavia, se l’esclusione è dovuta all’obbligo di versamento degli assegni periodici per il mantenimento dei figli, è necessario fornire informazioni sull’importo ricevuto.

ISEE 2024, figli maggiorenni non conviventi

Non solo l’errore di non includere un componente aggregato, ma un altro comune malinteso nella presentazione dell’Isee riguarda i figli maggiorenni non conviventi con i genitori. Fino all’anno scorso, questi non erano considerati nel nucleo familiare se soddisfacevano almeno una delle seguenti condizioni:

  • Età pari o superiore a 26 anni.
  • Reddito personale sufficiente per non essere considerati più a carico dei genitori (4.000 euro se sotto i 24 anni, 2.840,51 euro successivamente).
  • Sono sposati o hanno figli.

Dal 2024, la prima condizione è stata eliminata: indipendentemente dall’età, un figlio con reddito inferiore alle soglie indicate, non sposato e senza figli, viene ora considerato nel nucleo dei genitori, anche se residente in un indirizzo diverso.

Questa modifica potrebbe portare a errori da parte di molti nuclei familiari, con le stesse conseguenze previste per chi non inserisce un componente aggregato.