È terminata nel pomeriggio, in un’aula del tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, l’ultima delle udienze dedicate al controesame di “Silvia”, la 23enne italo-norvegese che accusa di stupro di gruppo Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi Francesco Corsiglia, Vittoria Lauria ed Edoardo Capitta. Rispondendo alle domande dei difensori degli imputati, al pm Gregorio Capasso e ai legali di parte civile, la ragazza è tornare a ripercorrere nei minimi dettagli, anche i più scabrosi, la serata delle presunte violenze.
Ripreso il controesame di “Silvia” nel processo a Ciro Grillo e ai suoi amici
Ieri la 23enne è stata ascoltata in audizione protetta, nascosta da un drappo nero, così da evitare che fosse esposta a ulteriore stress emotivo e che potesse guardare negli occhi gli imputati, i quattro ragazzi che accusa di averla violentata dopo una serata trascorsa in discoteca in Costa Smeralda.
Quando le loro difese hanno scelto di mostrare un breve spezzone di uno dei tre video girati con un cellulare la notte del presunto stupro, fra il 16 e il 17 luglio del 2019, ha preferito invece uscire dall’aula.
Stando alla sua testimonianza, Ciro Grillo e i suoi amici genovesi Francesco Corsiglia, Vittoria Lauria ed Edoardo Capitta ne avrebbero abusato a turno nella camera da letto e nel box doccia della villetta del Pevero in uso alla famiglia del primo, approfittando delle sue condizioni di fragilità psico-fisica, dopo averla fatta bere.
Il racconto delle presunte violenze in aula
Ho visto tutto nero, il mio corpo non mi rispondeva, ho avuto un mancamento e sono svenuta,
ha ribadito in aula “Silvia” rispondendo ai legali degli imputati, secondo cui, invece, era consenziente. Il Corriere della Sera ha reso note alcune delle domande che, nel corso delle ultime sei udienze, le sono state rivolte: si va da “Cosa le ha impedito di tenere la bocca chiusa? Perché l’ha aperta?” a “Perché non si è mai chiusa in bagno?” e “Come hanno fatto a sfilarle sia gli slip che i pantaloni insieme?”.
Domande da molti giudicate “troppo intime” e “inopportune”. Domande che, secondo l’avvocata che assiste la 23enne, l’avrebbero resa ulteriormente vulnerabile. Davanti alla Corte ha spiegato che la ragazza è estremamente peggiorata: più volte avrebbe tentato il suicidio e compiuto gesti autolesionistici, sviluppando anche dei disturbi alimentari.
La testimonianza dell’amica “Roberta”
Nelle scorse settimane è stata ascoltata in aula anche “Roberta“, la seconda ragazza presente in casa Grillo al momento dei fatti e che, come “Silvia”, accusa lui e i suoi amici di abusi. Stando al suo racconto, in tre (escluso Corsiglia) avrebbero approfittato del fatto che stesse dormendo su un divano per fotografarla in pose hard senza il suo consenso.
Del presunto stupro sarebbe venuta a conoscenza la mattina successiva quando, svegliandosi, avrebbe trovato affianco a sé l’amica nuda e “confusa”, che poi le avrebbe raccontato tutto, dicendole di essere stata violentata a turno da “tutti”.
Quella sera erano uscite per trascorrere una serata al Billionaire. Una volta arrivate, si erano imbattute nel figlio del comico e fondatore del Movimento Cinque Stelle, Ciro Grillo, che era in compagnia dei suoi tre amici, e – dopo averci parlato – avevano deciso di seguirli nella sua villa per una spaghettata di fine serata. Cosa sia successo dopo è ancora da chiarire.
I ragazzi sostengono che le due amiche erano “lucide” e che, dopo averli seguiti, “Silvia” avrebbe partecipato volontariamente ai rapporti sessuali mentre “Roberta” dormiva; le ragazze sono convinte di esserne state abusate, di essere state trattate da loro alla stregua di “oggetti”, dopo essere state costrette a consumare una grande quantità di alcol.