L’epilessia è un disturbo neurologico complesso caratterizzato da crisi epilettiche, manifestazioni improvvise e ricorrenti che coinvolgono l’attività elettrica anormale del cervello.
Questa condizione può colpire persone di tutte le età e può essere causata da diverse condizioni, tra cui danni cerebrali, lesioni, predisposizione genetica o cause sconosciute.
Scendiamo nei dettagli e vediamo le cause sottostanti e quali sono i trattamenti più efficaci per curarla.
Cos’è l’epilessia
Nell’epilessia, le aree del cervello sono eccessivamente attive ed emettono troppi segnali. Questo provoca le crisi epilettiche che possono manifestarsi improvvisamente e in vari modi.
Di norma, un attacco epilettico inizia improvvisamente e senza una ragione apparente. Dopo qualche minuto si ferma da solo. Esistono diversi tipi di epilessia e ogni tipo di epilessia può avere sintomi diversi.
L’epilessia è una delle malattie neurologiche più comuni e in Italia colpisce circa 600.000 persone. I medici parlano di epilessia solo quando le crisi si verificano più volte.
Circa il 5% delle persone può avere un solo attacco epilettico in tutta la sua vita, in questo caso non viene diagnosticata l’epilessia.
Questa attività anormale nel cervello può provocare sintomi diversificati, tra cui alterazioni della coscienza, movimenti involontari e sensazioni anormali.
La diagnosi richiede un’approfondita valutazione clinica, che può coinvolgere esami neurologici, monitoraggio dell’elettroencefalogramma (EEG) e indagini diagnostiche avanzate.
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Quali sono le cause dell’epilessia
Esistono diverse cause dell’epilessia, che possono essere attribuite a fattori genetici, acquisiti o lesioni cerebrali.
Nel contesto genetico, alcune mutazioni genetiche possono predisporre le cellule nervose cerebrali a scaricarsi spontaneamente in modo sincrono, spesso manifestandosi in età infantile o adolescenziale.
Le modifiche cerebrali acquisite, invece, possono derivare da eventi come ictus o traumi cranici, alterando permanentemente le cellule nervose e innescando l’epilessia.
Nel caso dell’epilessia focale, le crisi iniziano in specifiche regioni del cervello, note come foci, mentre in alcune situazioni, le convulsioni possono coinvolgere entrambi gli emisferi cerebrali.
Le crisi epilettiche possono anche manifestarsi come risultato di infiammazioni cerebrali, come infezioni acute da virus o batteri (meningite, encefalite) o in rare malattie autoimmuni del cervello.
La prontezza nel rilevare e trattare il fattore scatenante è cruciale per prevenire danni permanenti e la formazione di cicatrici cerebrali associate all’epilessia.
Quali sono i sintomi dell’epilessia
Quando si pensa all’epilessia, spesso si associa immediatamente a immagini di crisi spettacolari, con cadute, convulsioni e perdita di coscienza. Tuttavia, è essenziale comprendere che l’epilessia può manifestarsi in molte forme diverse, con sintomi che vanno ben oltre la crisi, che è solo uno dei tipi specifici di crisi e relativamente rara.
Le crisi epilettiche possono variare notevolmente nei sintomi e alcuni possono presentare segnali più sottili.
Ad esempio, nell’epilessia da assenza tipica, la persona può interrompere brevemente l’attività, fissare nel vuoto per alcuni secondi e poi riprendere normalmente senza ricordare l’assenza. Altri sintomi possono includere nausea, vertigini, sudorazione e allucinazioni.
È importante sottolineare che non tutte le crisi sono indicative di epilessia, e la prognosi può variare notevolmente.
Quali sono le opzioni di trattamento per l’epilessia
I farmaci antiepilettici assunti quotidianamente rappresentano la principale opzione terapeutica per il controllo dell’epilessia, inibendo le cellule nervose e riducendo le crisi in circa il 70% dei pazienti.
Molti pazienti trovano efficace un singolo farmaco, ma in alcuni casi è necessaria una combinazione di due o più farmaci.
Attualmente, esistono circa 30 farmaci antiepilettici, con formulazioni moderne spesso caratterizzate da pochi effetti collaterali.
Per coloro che non rispondono adeguatamente ai farmaci, sono disponibili terapie non farmacologiche. La stimolazione del nervo vago coinvolge l’impianto di un dispositivo simile a un pacemaker sotto la pelle, che invia impulsi elettrici al cervello attraverso il nervo vago.
Altri approcci utilizzano la stimolazione elettrica profonda mediante un dispositivo sotto il cuoio capelluto. Tuttavia, l’esperienza con queste terapie è limitata a un piccolo gruppo di pazienti.
Gli interventi chirurgici sono una possibilità solo se la zona esatta delle crisi nel cervello può essere identificata con certezza, tipicamente nei casi di epilessia focale. Prima di considerare la rimozione, è necessario un esame approfondito per valutare i rischi potenziali, come paralisi o disturbi del linguaggio.
Sebbene l’epilessia non sia sempre completamente curabile, l’obiettivo principale del trattamento è limitare le crisi.