Meta e politica sembrano di nuovo ai ferri corti. A riportare a galla nelle ultime ore l’avversione di buona parte del fronte istituzionale nei confronti dell’azienda di Mark Zuckerberg è stata la presentazione di cinque domande di brevetto nel settore della blockchain ad opera di Meta.

Di fronte alla novità emersa solo di recente, è stata ancora una volta Maxine Waters, rappresentante democratico della House Financial Services Committee degli Stati Uniti, a porre un preciso altolà all’ex Facebook. In particolare ha intimato a Meta di chiarire al più presto le sue intenzioni. Il sospetto è che l’azienda sia intenzionata a riportare a galla il progetto Diem, ex Libra.

Meta: cosa sta accadendo?

La richiesta di Maxine Waters, che si era già distinta nell’opposizione a Diem, è stata formulata all’interno di una lettera indirizzata a Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Meta, e a Javier Olivan, direttore operativo della stessa società.

La comunicazione è stata inviata il passato 22 gennaio e afferma che le cinque domande di registrazione, tutte depositate il 18 Marzo 2022, sembrano indicare con evidente chiarezza l’intenzione di Meta rivolta ad estendere il proprio raggio d’azione agli asset digitali.

La stessa Waters, peraltro, aveva dichiarato il passato 12 Ottobre 2023, di fronte al Democratic Financial Services Committee che Meta non aveva in corso alcun lavoro in questo ambito. Con tutta evidenza non era a conoscenza di quanto stava accadendo e la sua reazione sembra quindi proporzionale alla sorpresa originata da quanto sta filtrando.

Per quanto concerne i marchi depositati, riguarderebbero vari servizi per il trading, lo scambio, i pagamenti, i trasferimenti, i wallet di criptovalute e l’infrastruttura hardware e software associata. Per ognuno dei depositi Meta ha ricevuto una Notice of Allowance (NOA), il documento al quale è affidato il compito di attestare la conformità della domanda ai requisiti di registrazione. Entro sei mesi dovrà a sua volta presentare una dichiarazione di utilizzo del marchio oppure optare per una proroga di sei mesi per la presentazione della stessa.

La prima NOA è stata inviata il passato 15 agosto, quindi l’azienda ha tempo sino al 15 Febbraio per la risposta. L’ultima NOA è invece stata inviata il 16 gennaio di quest’anno, lasciando a Meta il 16 luglio come deadline per la risposta.

Meta e politica di nuovo ai ferri corti?

Naturalmente, quanto sta trapelando ha riportato alla memoria di molti i toni da guerra fredda che hanno caratterizzato la vicenda Libra. Una querelle scoppiata nel 2019, quando l’allora Facebook annunciò l’intenzione di dare vita ad una sua stablecoin.

Il progetto cambiò in seguito il nome in Diem, senza però mai riuscire a fare passi sostanziali in avanti. Troppo forte la contrarietà della politica a stelle e strisce verso Mark Zuckerberg, per riuscire a infrangere l’avversione comune a democratici e repubblicani.

La forte opposizione di larga parte del mondo politico, all’epoca, fu causata dal sospetto che l’azienda intendesse proporsi alla stregua di un ente sovranazionale. Un vero e proprio colosso dal punto di vista finanziario, in grado di imporre la sua forza anche di fronte al governo di Washington. Un intento visto come il fumo negli occhi anche a causa della reputazione ormai compromessa del suo fondatore.

Il contrasto tra Zuckerberg e istituzioni, infatti, era già emerso in tutta la sua evidenza con la vicenda Cambridge Analytica. Uno scandalo clamoroso, originato dalla raccolta dei dati di 87 milioni di utenti Facebook senza il loro consenso. Dati i quali sarebbero poi stati utilizzati per scopi di propaganda politica, originando una controversia tale da macchiare irrimediabilmente la reputazione del social media.

Un vero e proprio affronto che non è stato mai perdonato a Zuckerberg, come dimostra il muro contro cui è andato a sbattere Diem. Un muro il quale ora sembra pronto a opporsi anche ai nuovi piani di Meta, come dimostra il piglio con cui si sta muovendo Maxine Waters.