Il digiuno intermittente non serve solo per dimagrire, ma si rivela un alleato prezioso per il sistema immunitario.
Questo regime offre benefici nel rafforzare le difese del corpo e svolge anche un ruolo significativo nel mitigare l’infiammazione.
Attraverso periodi alternati di digiuno e alimentazione, si attivano processi cellulari che contribuiscono a potenziare la risposta immunitaria e a ridurre gli stati infiammatori. Ecco come funziona.
Il digiuno intermittente rafforza il sistema immunitario, ecco come
Il digiuno intermittente non serve solo per perdere peso. Gli studi dimostrano che l’interruzione regolare dell’assunzione di cibo favorisce anche l’autopulizia cellulare (autofagia).
L’autofagia è una sorta di programma di riciclaggio: le cellule circondano con una sottile membrana i rifiuti che si sono accumulati e, con l’aiuto di enzimi digestivi e acidi, li scompongono in singole parti. Questi frammenti vengono riciclati o escreti per produrre energia.
Negli esperimenti, i ricercatori hanno dimostrato che i topi che avevano fatto il digiuno intermittente per un periodo di tempo più lungo, avevano meno grassi tossici immagazzinati nel fegato ed erano protetti contro il diabete.
Spiegano questa connessione con le sostanze messaggere che si formano nell’erba del fegato e riducono la sensibilità all’insulina delle cellule del corpo. Riducendo il grasso del fegato si riduce anche il rischio di diabete.
Grazie a questi processi di rafforzamento del sistema immunitario, il digiuno intermittente è in grado rallentare le malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario attacca le strutture dell’organismo.
Il digiuno intermittente riduce l’infiammazione
Studi condotti presso il Mount Sinai Hospital di New York sottolineano i benefici di questa metodologia non solo nel controllo del peso, ma anche sulle infiammazioni.
Questo studio dimostra che il metodo 16:8 contrasta efficacemente l’infiammazione nel corpo, che può scatenare malattie come la sclerosi multipla, il diabete e le malattie infiammatorie intestinali.
Sebbene l’infiammazione sia uno strumento utile all’organismo per combattere le infezioni, l’infiammazione cronica può avere conseguenze negative sulla salute.
Nello studio, ai partecipanti non è stato permesso di mangiare tra le 12:00 e le 15:00 del primo giorno e tra le 20:00 e le 15:00 del giorno successivo. Il consumo di acqua era consentito.
Entrambi i giorni è stato prelevato il sangue dai soggetti per testare i livelli di globuli bianchi, che includono anche i monociti, fondamentali per proteggere il corpo contro le infezioni e le infiammazioni.
Gli scienziati hanno scoperto che il numero di monociti nel sangue veniva significativamente ridotto dal digiuno intermittente, ma senza influenzare la risposta del sistema immunitario alle infezioni acute.
Ciò è dovuto principalmente al fatto che il digiuno significa che le cellule immunitarie hanno meno energia per funzionare.
Il risultato è che le cellule iniziano a cercare risorse energetiche alternative e utilizzano prodotti di scarto che non servono più. Il digiuno ha quindi un effetto positivo sul metabolismo delle cellule.
Secondo i ricercatori, le moderne abitudini alimentari sono la ragione per cui le persone hanno troppi monociti nel sangue, perché mangiano troppo spesso e troppo. Il risultato è talvolta un grave danno tissutale.
Poiché l’infiammazione cronica è il fattore scatenante di una serie di malattie gravi che colpiscono un numero sempre maggiore di persone, il digiuno intermittente potrebbe essere una parte della soluzione.
Consulta un medico ed evita il digiuno eccessivo
Anche se il digiuno intermittente è promettente e ha numerosi effetti positivi sull’organismo, è assolutamente da evitare un digiuno eccessivo, poiché indebolisce notevolmente il sistema immunitario.
Dovresti evitare il metodo del digiuno, soprattutto se hai malattie pregresse o infezioni virali; è inoltre sconsigliato ai bambini, alle donne incinte e agli anziani.
In generale, bisogna fare attenzione a saltare sempre lo stesso pasto ed evitare spuntini intermedi. Consulta un medico prima di iniziare un digiuno intermittente, per escludere eventuali rischi per la salute.